“Più miocarditi tra gli under 40 vaccinati con Moderna”. Parla il cardiologo Verdecchia

23 Giu 2022 10:20 - di Redazione
miocarditi

Per mesi si è dibattuto sul rischio di miocarditi e pericarditi dopo i vaccini. Ora, uno studio di Oxford, pubblicato su Nature rivela che è stata riscontrata una maggiore incidenza di miocarditi negli under 40 vaccinati rispetto a chi è stato malato di Covid. Come spiega al Fatto il cardiologo Paolo Verdecchia. Primario di cardiologia all’ospedale di Assisi, Verdecchia è considerato uno dei massimi esperti di ipertensione arteriosa nel mondo ed è anche associate editor dell’International Journal of Cardiology.

Verdecchia: «Maggiore incidenza di miocarditi con Moderna»

«Questi dati suggeriscono che tra i soggetti under 40 ci sia una maggiore incidenza di miocarditi con Moderna che con Pfizer –  chiarisce il primario – ed una maggiore incidenza di miocarditi con Moderna che tra i positivi al test Covid». Nei giovani maschi questo effetto sembra più evidente che in altre fasce d’età. L’intensità della miocardite sarebbe caratterizzata da “sintomi lievi”.

Miocarditi dopo il Covid, parla il cardiologo Verdecchia

Poi riporta ancora il quotidiano, c’è un altro studio, pubblicato sul Journal of Pediatrics del Seattle Children’s Hospital, che descrive «l’evoluzione dei risultati della risonanza magnetica cardiaca in 16 pazienti, di età compresa tra 12-17 anni, con miopericardite dopo la seconda dose Pfizer. Sebbene tutti i pazienti abbiano mostrato miglioramento clinico, molti hanno avuto risultati persistenti di risonanza magnetica cardiaca anche a 3-8 mesi dopo». «Il lavoro è interessante e pubblicato su una rivista autorevole e credibile – spiega Verdecchia –, ma non è detto che questo referto radiologico implichi necessariamente danni rilevanti alle funzioni essenziali del cuore. Il gadolinio è una sostanza tracciante che si accumula dove trova cellule lese. Dipende quindi dalla grandezza complessiva delle aree di accumulo e dall’eventuale sofferenza funzionale del cuore».

I risultati sull’ipertensione

Il professor Verdecchia, si legge ancora sul Fatto, è coautore di uno studio originale e di una meta-analisi, molto citati all’estero, che dimostrano la presenza di casi di ipertensione post-inoculo nel 3,9% dei vaccinati. «I nostri risultati sull’ipertensione  – spiega –associata al vaccino sono stati confermati in altri centri. Ciò che non sappiamo ancora con esattezza è la durata media del fenomeno: sembra limitato a pochi giorni o al massimo settimane».

Lo studio israeliano

Tornando agli eventi cardiaci avversi tra gli under 40, c’è anche uno studio israeliano che il Fatto ha raccontato nei giorni scorsi, che ne segnala un aumento del 25%. Da cosa potrebbero dipendere questi eventi? «Lo studio ha mostrato – spiega ancora Verdecchia al quotidiano – solo un aumento delle chiamate al 118 per supposte sindromi coronariche acute o arresti cardiaci rispetto ai due anni precedenti. Hanno registrato solo le chiamate. Non sappiamo quanti soggetti che chiamavano fossero vaccinati contro il Covid e quanti no. Non sappiamo neppure quanti fossero positivi e quanti i negativi al test Covid».

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *