Milano, duemila impiegati comunali lavorano senza condizionatori: caos e polemiche. Poi torna il fresco
A Milano quasi duemila impiegati hanno lavorato senza aria condizionata e con temperature tropicali. Una situazione paradossale che è accaduta nei giorni scorsi. Libero, che ha raccontato il caso, spiega che la vicenda è avvenuta negli uffici comunali di via Sile, al Corvetto, e di via Durando, in zona Bovisa. Si tratta di due edifici modernissimi ma che hanno il “limite” di non avere finestre, dunque il ricambio dell’aria arriva interamente dagli impianti di aerazione forzata.
Milano, la denuncia dei sindacati
A denunciare la situazione, si legge sul quotidiano milanese nell’edizione del 24 maggio, sono stati i sindacati. «L’impianto di condizionamento è stato inspiegabilmente spento, e la stessa cosa è accaduta nella sede di via Durando», aveva detto Stefano Mansi, Rsu dell’Unione sindacale italiana (Usi). Il quotidiano racconta che alcuni lavoratori che hanno preferito mantenere l’anonimato, hanno spiegato che «due tecnici accompagnati da altrettanti funzionari della logistica sono arrivati e hanno spento l’impianto di condizionamento». Di fronte alle domande avrebbero riferito ragioni di «risparmio energetico».
Il Comune non fornisce spiegazioni
In entrambe le sedi i termometri all’interno degli uffici avrebbero toccato i trenta gradi centigradi. Poi il 23 maggio l’impianto di condizionamento è tornato in funzione. Sul perché i dipendenti comunali siano rimasti per alcuni giorni al caldo è mistero. Mansi dell’Usi, come riporta il quotidiano, dice di ritenere «inverosimile che per questioni di cassa si sia deciso di risparmiare sull’energia elettrica necessaria a far funzionare gli impianti di condizionamento». Palazzo Marino, contattato, non ha fornito spiegazioni.
«L’ipotesi del risparmio energico e di cassa sta in piedi»
Il capogruppo di Forza Italia, Alessandro De Chirico, ha un’altra idea. «L’ipotesi del risparmio energetico e di cassa – ha detto a Libero – sta in piedi eccome. Anche in Consiglio comunale, (…), faceva caldissimo perché l’aria condizionata era spenta. Ma qui parliamo di centinaia di persone, di centinaia di lavoratori: non si può pensare di fare politiche ambientaliste o risparmi di cassa sulla loro pelle e sulla loro salute, nonostante le difficoltà di bilancio che tutti conosciamo. È senza senso».