Fallisce il “campo largo”: nel Pd la sconfitta brucia e scoppiano i contrasti sulle alleanze

13 Giu 2022 18:35 - di Federica Parbuoni
campo largo pd

I risultati delle amministrative fanno esplodere ulteriormente le contraddizioni interne al Pd sul tema delle alleanze, tanto che i primi commenti rilasciati da esponenti dem come il senatore Andrea Marcucci e il tesoriere Walter Verini puntano in direzioni diametralmente opposte. Il primo, infatti, li utilizza per sostenere di fatto il fallimento del campo largo, il secondo per dire che «le alleanze devono essere il più larghe possibile». Insomma, i due partiti del partito finiscono di nuovo per scontrarsi nuovamente. E Renzi ne approfitta.

Quelli che… il M5S non ci serve, puntiamo su Calenda e Renzi

«I risultati parziali delle amministrative ci danno una prima indicazione chiara: il Pd per competere deve avviare un dialogo con Azione, Italia Viva e i civici», ha detto Marcucci, aggiungendo che «i candidati dem vanno bene come a Padova, a Verona e a Lucca anche senza l’alleato 5 stelle, mentre nelle città in cui si è misurato il campo largo, i risultati sembrano insufficienti». «Mi auguro – ha chiosato Marcucci – che di fronte a queste evidenze, il Pd arrivi alle giuste contro misure».

Per il senatore Dario Stefano «va scongiurato il rischio che il “campo largo” si trasformi in un “campo sparso”: sta al Pd tenere insieme, oltre al M5S, anche quell’area riformista che stavolta è andata in ordine sparso». «Divisi non si vince», ha avvertito, prendo atto di fatto di risultati che ai primi riscontri appaiono chiaramente sotto le aspettative.

Come se la raccontano al Nazareno

Una lettura che a livello centrale i dem si sono affrettati a stoppare, arrivando a fornire una visione ottimistica dei risultati. «I primi dati sono incoraggianti. Dove si sono unite le forze progressiste, i risultati sono arrivati», ha sostenuto Verini, secondo il quale «forse stasera il Pd sarà il primo partito. È una grande responsabilità per le prossime politiche, attorno a questa prospettiva – ha aggiunto – si può costruire qualcosa di interessante».

Verini avverte: «Le alleanze devono essere il più larghe possibile»

«A Padova, Lodi, Verona, Parma, ma anche al sud, le forze progressiste hanno ottenuto un risultato significativo», ha aggiunto. «Al Nord c’è il crollo della Lega, il Nord non è più una fortezza inespugnabile, mentre le forze progressiste, con il Pd traino, hanno ottenuto risultati significativi», ha proseguito Verini, glissando sul fatto che, se anche la Lega ha perso consensi, il centrodestra unito vince, grazie alla crescita esponenziale di FdI. Di contro, però, Verini ha dovuto ammettere che «le alleanze devono essere le più larghe possibili», avvertendo che «si assumerebbe una grave responsabilità chi, nel campo progressista, democratico, di centrosinistra volesse escludere qualcuno e porre dei veti».

Renzi: «Ha vinto il centrodestra. Il grillismo è finito»

Sul tema è intervenuto anche Matteo Renzi, che ha riportato il Pd alla realtà chiarendo che «queste elezioni segnano al primo turno una vittoria sostanziale del centrodestra (da Palermo, dove la sinistra doveva aprirsi anche al centro, anziché rinchiudersi nell’asse coi grillini, fino all’Aquila), ma dipingono soprattutto un quadro nel quale il grillismo è finito, con le liste di Conte che fanno il 5% a Genova, il 4% a Taranto oppure l’1% a Padova». «Se fossi ancora un dirigente del Pd – ha scritto il leader di Italia Viva nelle sue enews – mi porrei il tema di fare un’alleanza col centro riformista (che fa buoni risultati sia coi nostri candidati che con quelli di PiùEuropa/Azione) anziché coi grillini. Staremo a vedere».

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