Caos migranti, 850 clandestini dalle navi Ong bussano ai nostri porti. E Lamorgese zitta e buona

20 Giu 2022 16:05 - di Martino Della Costa
Migranti Lamorgese

mentre il caos migranti imperversa, la ministra Lamorgese continua a tenere un profilo basso. Bassissimo. Silente. Eppure le nostre acque territoriali sono mosse. Agitate. E ancora non si è neppure scatenata l’offensiva migratoria di luglio e agosto che le renderà decisamente burrascose. Le nostre coste sono circondate dalle navi delle Ong e dai barchini di fortuna con cui a centinaia – suddivisi in diversi viaggi e differenti imbarcazioni di fortuna – tentano la sorte attraversando il Mediterraneo con natanti a vela o barchini improvvisati che fanno rotta sula Sicilia soprattutto. Ma anche su Calabria, Sardegna, Puglia. Un caos marittimo che diventa poi delirio ospitalità, con l’hotspot di Lampedusa preso letteralmente d’assalto. E che è arrivato a ospitare fino a 1200 persone, a fronte di una capienza massima di 350 migranti. Oltre che con la nave Diciotti che continua a fare la spola tra l’isola più grande delle Pelagie e la Sicilia, pur di provare a smistare e alleggerire la struttura, ma solo per evitare ulteriori sovraccarichi visti gli arrivi autonomi, ininterrotti, delle carrette del mare.

Caos migranti, Lamorgese non pervenuta. Intanto in 850 bussano ai nostri porti

Insomma, c’è un gran caos nelle acque intorno le nostre coste, e un relativo delirio nelle città-isole polveriera preposte allo sbarco e all’accoglienza di migranti, dove le navi ong con a bordo circa 850 migranti sono in pressing continuativo per entrare nel nostro Paese, quando non siamo ancora al livello delle richieste record che arriveranno, puntualmente, per i mesi di luglio e agosto. Un’emergenza che non investe, come anticipato, solo l’isola di Lampedusa, perché da giorni si registrano sbarchi autonomi anche in Calabria, in Sardegna, e nella stessa Sicilia. Nel pomeriggio di domenica, tanto per fare un esempio, le motovedette della guardia costiera hanno intercettato un barcone con 80 migranti. Il tutto con varie pretese delle Ong avanzate incessantemente. Come nel caso della Sea Eye 4 si trova a meno di 20 miglia da Pozzallo e trasporta 492 persone, frutto di diversi interventi effettuati nel Mediterraneo centrale.

Migranti, Lamorgese batta un colpo: le navi delle Ong in pressing a largo delle nostre coste

La Sea Eye4, con a bordo 492 persone soccorso nel Mediterraneo, torna a chiedere urgentemente un porto sicuro. «L’altissimo fabbisogno di cure mediche – spiegano dalla Ong tedesca – non può essere coperto dal solo nostro team nel lungo periodo. Abbiamo urgente bisogno di un rifugio sicuro!». E quel rifugio sicuro sembra essere garantito sempre e solo da un porto italiano. Siciliano in particolare. E non è tutto. Come segnale il sito de Il Giornale in queste ore, a «breve distanza dalla nave della Ong tedesca si trova Aita Mari, l’imbarcazione battente bandiera spagnola, che a bordo ha 112 persone. Loro chiedono un porto sicuro in Sicilia. E puntano a Pozzallo, che è il più vicino, nonché uno di quelli che viene più spesso assegnato come pos. Ma dall’altra parte, a poche miglia dalla costa di Lampedusa, a premere sui nostri confini c’è Sea Watch 4, con 261 migranti, di cui 165 trasbordati dalla Louise Michel e 96 consegnati dal mercantile Aslihan».

Migranti, arrivi incessanti: Lampedusa è in ginocchio, e non da ieri… Segue Pozzallo

Lampedusa è in ginocchio, e non da ieri. L’isola non può sobbarcarsi anche nuovi ingenti arrivi. e non solo lei. Nel weekend, gli addetti ai lavori hanno portato a Pozzallo 500 migranti che si trovavano a Lampedusa. E da lì hanno consegnato loro il foglio di via dall’Italia. Una soluzione tampone per far respirare l’hotspot. Ma, in poche ore, «i migranti presenti all’interno della struttura di prima accoglienza sono nuovamente saliti a 870 – fa sapere sempre il quotidiano diretto da Minzolini – rendendo ogni operazione complessa e pericolosa». E in tutto questo, la Lamorgese, cosa fa? Cosa dice? Come interviene sul fronte dell’immigrazione clandestina? Cosa prevede di fare con un Paese che non ha la forza, gli spazi, le disponibilità, per accogliere altre decine di migliaia di irregolari? La risposta è facile (purtroppo) e ahinoi assai amara: da quel giorno di settembre del 2019, quando l’allora premier Giuseppe Conte se l’è portata nella squadra di governo per sostituire Matteo Salvini con cui aveva da poco rotto, la Lamorgese non si è mai impegnata fattivamente di arginare gli sbarchi.

Migranti, Lamorgese batta un colpo. L’estate è già bollente… e non solo per il caldo

Anzi, nel giro di breve, i porti tenuti chiusi per un anno, sono tornati a spalancare insenature e approdi ai clandestini che arrivano con barchini di fortuna. Come alle navi delle Ong, che hanno ripreso a scorrazzare tra le coste del Nord Africa a quelle del Sud Italia. Fruttuosamente e incessantemente. E nulla è cambiato neppure dopo l’avvento di Draghi al governo. E l’emergenza è tornata ad essere ordinariamente quotidiana. Fino ad oggi, quando in ore febbrili, tre imbarcazioni (la Sea Eye 4, la Sea Watch 4 e la Aita Mari) sostano davanti alle coste italiane e insistono per far sbarcare 850 immigrati. E non che sulla terraferma le cose vadano meglio… Ma tutto questo, con un guerra che imperversa alle porte d’Europa. Con più di 5 milioni di italiani sotto la soglia di povertà. In un Paese che non ha le risorse per accogliere migranti e profughi oltre un certo tetto, la Lamorgese non può continuare a latitare. Deve battere un colpo: che non può essere sempre e solo quello che risuona all’apertura dei porti, a fronte di un’estate che si annuncia bollente, e non solo per temperature in arrivo…

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