Vaiolo delle scimmie, la Francia vaccina subito due persone esposte al virus. Appello dei nostri esperti alla calma

28 Mag 2022 18:41 - di Filomena Auer
vaiolo delle scimmie

Vaiolo delle scimmie, la Francia dà il via alle vaccinazioni, immunizzando due persone che sono state esposte al virus. Lo rendono noto fonti delle autorità sanitarie d’oltralpe, precisando che i due sono stati vaccinati ieri in un ospedale parigino con il siero Imvanex, dopo che vertici locali, esperti e addetti ai lavori hanno raccomandato la vaccinazione per le persone entrate in contatto con il virus. E dopo che la ministra della Sanità francese, Brigitte Bourguignon, aggiornando il bollettino dei casi nazionali, ha reso noto questa settimana che sono sette i casi confermati in Francia di vaiolo delle scimmie.

Vaiolo delle scimmie, la Francia apripista della vaccinazione

Una notizia, quella della Francia apripista della vaccinazione contro il virus d’importazione africana, che sta imperversando in Europa in questo momento, che coglie in contropiede tutti coloro i quali sono impegnati in queste settimane in un dibattito su pro e contro l’immunizzazione. Una disputa che Parigi ha risolto “a bruciapelo”, anticipando i tempi e tagliando corto sulle argomentazioni al centro della discussione. Intanto, anche l’Irlanda dà notizia di un primo caso di vaiolo delle scimmie registrato all’interno dei suoi confini. Una comunicazione di cui ha riferito il sistema sanitario irlandese, spiegando che la persona contagiata nell’est del Paese non è stata ricoverata in ospedale. Le autorità sanitarie, nel frattempo, stanno indagando su un altro caso sospetto.

Bassetti: caso sospetto a Genova. Cautela e test: sarebbe il primo in Liguria

Anche da noi la situazione dei contagi è continuamente monitorata. Anche se sembra che il virus, per quanto lentamente, stia allargando il suo raggio d’azione. Così, l’infettivologo Matteo Bassetti, dalla prima linea aggiorna la situazione dei contagi nazionali al caso di una «ragazza ventenne per la quale si sospetta il primo caso di vaiolo delle scimmie in Liguria». La giovane – riferisce all’Adnkronos Salute il direttore della Clinica di malattie infettive dell’ospedale genovese – «rimane ricoverata» al Policlinico San Martino di Genova. Da dove, spiega sempre Bassetti, «oggi sono partiti i campioni per lo Spallanzani di Roma» che, dopo il primo esame risultato negativo, effettuerà «un test di verifica come laboratorio di riferimento nazionale. I cui risultati sono attesi per domani».

Vaiolo delle scimmie, l’appello della Gismondo a calma e gradualità nell’approccio ai casi

Monitoraggio. Valutazione. Diagnosi e prognosi. Dibattito. Le infezioni da vaiolo delle scimmie ripercorrono le orme metodologiche e dibattimentali della pandemia da coronavirus. E così, col dibattito scientifico che impazza – specie sul punto del ricorso, o meno, al vaccino – Maria Rita Gismondo si conferma una degli esperti più attiva e sul pezzo. Soprattutto nel sollecitare alla calma e alla gradualità nell’approccio al tema, sostenendo per esempio che: «L’isolamento del virus del vaiolo delle scimmie responsabile dell’epidemia attualmente presente in Europa, eseguito nel Laboratorio di microbiologia clinica, virologia diagnostica delle bioemergenze dell’Ospedale Sacco di Milano, è un punto di partenza».

«Con il virus isolato possiamo procedere a studi su antivirali e vaccini. E non solo…»

E aggiungendo a stretto giro come «con quello che avevamo finora potevamo fare una diagnostica certa e anche rapida. Avendo isolato il virus, adesso possiamo cominciare – nel nostro laboratorio e in collaborazione con chi volesse condurre ricerche sul virus – a testare farmaci antivirali mirati proprio per questa patologia. Che non sono ancora esistenti. E dunque possiamo fare dei progressi nella terapia, ma non solo. Aver isolato il virus può servire per procedere a un controllo nella popolazione. Obiettivo: capire se la vecchia vaccinazione antivaiolosa copre ancora i nostri vaccinati tanti anni fa. E potremo anche valutare la copertura naturale che acquisiscono i nuovi malati». L’invito è alla calma e alla gradualità. Ma per la Francia, forse, arriva tardivo…

 

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