“Risarcite il personale scolastico no vax”: una sentenza del Giudice del Lavoro sconfessa Draghi

14 Mag 2022 10:55 - di Giovanni Pasero
no vax sentenza

Nelle chat dei No Vax regna da alcune ore una recente sentenza del giudice del lavoro di Treviso, già esecutiva. Stabilisce, infatti, che il personale scolastico che ha scelto di non ricevere il vaccino contro il Covid-19 ha diritto alle retribuzioni non percepite dalla data di sospensione.

È quanto ha stabilito il Giudice del Lavoro di Treviso, Massimo Galli, ironia della sorte omonimo del noto infettivologo lombardo. La rivoluzionaria sentenza, che è immediatamente esecutiva, è stata emessa il 10 maggio e ha accolto le tesi di illegittimità della sanzione applicata dal governo, ovvero sospensione dal lavoro e niente stipendio, presentate dall’avvocato Mauro Sandri del Foro di Milano in difesa di 34 docenti trevigiani.

Il risultato dell’introduzione del decreto legge del 24 marzo 2022, con disposizioni urgenti per il superamento delle misure di contrasto alla diffusione dell’epidemia da COVID-19, “consiste nell’abrogazione della sanzione della sospensione con effetto retroattivo dal 15 dicembre 2021”, si legge nella sentenza. All’interno degli istituti, infatti, vigeva l’obbligo vaccinale per docenti, segretari e tutto il personale scolastico, pena sospensione dello stipendio.

La sentenza che fa felici i prof no vax

La norma ha valore retroattivo, quindi gli insegnanti hanno diritto a ricevere le retribuzioni che sono state loro negate dallo scorso dicembre. «Rappresento almeno 2.000 docenti non vaccinati in tutta Italia e questa sentenza è stata accolta con enorme soddisfazione», commenta con La Verità l’avvocato Sandri. La grande novità, nella decisione del giudice, è l’aver sottolineato che è cessata la materia del contendere perché è stato proprio il legislatore a riconoscere che la sospensione non fosse necessaria. Infatti, nelle nuove disposizioni, viene sì ribadito che la vaccinazione costituisce requisito essenziale per lo svolgimento delle attività didattiche a contatto con gli alunni, e che i dirigenti scolastici e i responsabili delle istituzioni «assicurano il rispetto dell’obbligo». Ma se un docente insiste a non volersi vaccinare per questioni diverse quanto personali, «l’atto di accertamento dell’inadempimento impone al dirigente scolastico di utilizzare il docente inadempiente in attività di supporto alla istituzione scolastica».

Il ricorso di 34 docenti di Treviso, presentato dall’avvocato Sandri

«I ricorrenti sono tantissimi, e gli arretrati saranno sono una parte risarcitoria del danno subito in un quadro di profonda discriminazione», sottolinea con il quotidiano diretto da Belpietro l’avvocato Sandri. Intanto, per i professori che ha assistito a Treviso e «che hanno avuto il coraggio, per certi versi eroico, di opporsi al crimine corruttivo rappresentato dall’obbligo vaccinale», fa sapere che «la prossima settimana, dopo avere effettuato i conteggi, notificherò al ministero della Pubblica istruzione la richiesta di pagamento degli stipendi arretrati».

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