Spallanzani, gli infermieri: ora ci sono molti no vax, ma noi curiamo tutti con la stessa attenzione
Dopo 2 anni chi è stato curato, assistito o salvato dagli operatori sanitari dello Spallanzani torna a salutare o ringraziare gli infermieri. “Questi gesti ci riempiono di gioia, sono il regalo più bello”. Lo dice all’Adnkronos Salute Maria Grazia Loria, dirigente professioni sanitarie infermieristiche dello Spallanzani, che guida i circa 400 infermieri, comprese le 100-120 unità arrivate per l’emergenza Covid.
Il 12 maggio c’è stata la Giornata internazionale dell’infermiere. Professione prima esaltata e poi dimenticata con l’allentarsi della morsa della pandemia. “Il target di pazienti è cambiato: prima ci occupavamo di pazienti smarriti in condizioni gravi, oggi invece ci sono persone più consapevoli, ma una grande percentuale di no-vax. Molto particolari da gestire, scoprono di aver fatto scelte sbagliate”, sottolinea Loria.
“Queste persone che hanno spesso rifiutato l’immunizzazione – prosegue – rifiutano concettualmente la pandemia. Qualcuno prova a togliersi il casco della Cpap, la ventilazione respiratoria. Una volta ricoverati, si accorgono di aver investito energie su una serie di considerazioni sbagliate. E’ difficile stargli accanto – spiega la dirigente – Ma voglio dire con orgoglio che ci sono arrivati attestati di stima anche da persone no-vax: due coniugi in degenza ordinaria, il marito ci ha scritto sottolineando che la moglie aveva paura di essere ‘vessata’ perché non immunizzata, mentre ci ha scritto che ha trovato persone assolutamente super partes. Il nostro dovere è assistere tutti, al di là delle ideologie o delle posizioni pro o contro il vaccino o pandemia”.