Milano, lo sgombero del Leoncavallo resta una barzelletta. De Corato: «Vicenda vergognosa»
Il Leoncavallo la spunta ancora. E, del resto, non è difficile: per l’ennesima volta l’ufficiale giudiziario si è presentato da solo alla porta del più famoso centro sociale di Milano. Così, in assenza delle forze dell’ordine che potessero renderla davvero esecutiva, per l’ennesima volta, la notifica di sgombero è finita direttamente, almeno in senso figurato, nel cestino della carta straccia. Siamo a quota 98, come riporta Il Giornale, o forse 110, come riferisce Libero. Insomma, a un numero così alto di puntate di questa sceneggiata, che va avanti da anni, che ormai se n’è perso il conto.
Lo sgombero del Leoncavallo atteso da quasi vent’anni
Ciò che è certo è che il Tribunale ha emesso la sentenza esecutiva dello sgombero del Leoncavallo nel 2003. Da allora, però, non è mai stata eseguita, nonostante le ripetute richieste della proprietà, la società immobiliare “Orologio” della famiglia Cabassi, affinché le autorità preposte si facessero parte attiva per farla rispettare. L’ultima il 25 febbraio, quando i Cabassi, hanno scritto, di nuovo, a questore, prefetto, sindaco e presidente della Regione, chiedendo l’invio della forza pubblica nello stabile di via Watteau per supportare l’ufficiale giudiziario e fare in modo che quella sentenza emessa ormai quasi vent’anni fa potesse avere davvero seguito.
Il centro sociale festeggia col pugno chiuso
Invece, niente. E, mentre i Cabassi continuano a vedere negati i loro diritti, il Leoncavallo festeggia in un classico di caso di beffa che si aggiunge al danno. «Siamo ancora occupanti! Nessuno sgombero fermerà mai la nostra rabbia e la nostra gioia di lottare», hanno esultato gli antagonisti sul proprio sito web, con tanto di foto con un pugno chiuso e rimando al 29 giugno, quando andrà in scena la prossima puntata della soap “sgombero del Leonka”.
De Corato: «Con la sinistra il diritto alla proprietà privata è un optional»
«È vergognoso», ha commentato l’assessore regionale alla Sicurezza, Riccardo De Corato, da sempre in prima linea per sostenere il ripristino della legalità anche nell’ex cartiera Greco. Quindi, sottolineando che quello del Leoncavallo «continuano a occupare indisturbati una proprietà privata da decenni», De Corato ha ricordato che le occupazioni particolarmente longeve in città sono diverse. «Ci sono anche il Cantiere in via Monte Rosa 84, che occupa la cascina dal 2001, o gli stessi antagonisti che in piazza Stuparich 18 si sono appropriati di due palazzine e per festeggiare i 9 anni dello “Spazio di Mutuo soccorso” per quattro giorni hanno transennato illegalmente la piazza e bloccato il traffico». «Purtroppo – ha quindi concluso l’esponente di FdI – è del tutto evidente che, finché governerà la sinistra, a Milano il diritto alla proprietà privata rimarrà un optional».