Kevin Spacey a un passo dal baratro: l’attore incriminato per violenza sessuale su 3 uomini
In piena era Metoo. E proprio nei giorni in cui il processo tra Johnny Depp e l’ex moglie Amber Heard infiamma le platee di mezzo mondo, arriva l’incriminazione che accusa Kevin Spacey, l’attore e produttore cinematografico statunitense con cittadinanza britannica, due volte Premio Oscar, imputato alla sbarra con quattro capi di imputazione per violenza sessuale nei confronti di tre uomini. A darne notizia è stato il Crown Prosecution Service. Che, nell’annunciare la notizia, «ricorda a tutti gli interessati che i procedimenti penali contro il signor Spacey sono attivi. E che ha diritto a un processo equo», come ha affermato in un comunicato Rosemary Ainslie, a capo della Special Crime Division presso la procura della Corona.
Londra, Kevin Spacey incriminato per violenza sessuale su 3 uomini
Le accuse, che riguardano in gran parte il periodo in cui l’attore era direttore artistico del Teatro Old Vic di Londra, sono scaturite da una revisione delle prove raccolte da Scotland Yard nel corso delle sue indagini. Non proprio un fulmine a ciel sereno: come noto, infatti, il protagonista de I soliti sospetti e di American Beauty è da anni al centro di accuse di molestie anche in Usa. Sospetti, recriminazioni e denunce, che hanno già gravemente pregiudicato la sua carriera. Un duro colpo per l’attore, che la giustizia britannica inchioda e chiama alle sue responsabilità con accuse odiose. Che ne distruggono immagine pubblica e privata. e che arrivano quando comunque la sua carriera è già finita in pezzi sotto il peso del sospetto e delle polemiche mosse dalla pubblica opinione con l’uomo al centro di un processo che i media hanno cominciato a celebrare anni fa.
La carriera di Kevin Spacey, già congelata da anni, ora è sull’orlo del precipizio
Tra i diversi capi d’accusa che la giustizia britannica addita all’attore, allora, c’è anche quello – riferito tra gli altri dal Corriere della sera – di «aver indotto una persona a impegnarsi in attività sessuali penetrative senza consenso». I tre casi distinti che si discuteranno in aula, fanno riferimento a momenti e situazioni diverse, articolate in un arco di tempo che va dal 2005 e il 2013. E indipendentemente da quale sarà il verdetto finale, per Spacey quella in corso non è altro che la fase finale di una parabola – personale e professionale – discendente. Di una carriera sul viale del tramonto arrivata sull’orlo del precipizio. E a cui sicuramente hanno contribuito a dare slancio il caso Wenstein e un progressivo e inesauribile consolidamento del MeToo.
Per l’attore guai penali, immagine distrutta e una mazzata economica…
Per Spacey ormai è la fine. Saltano tutti i progetti in cui era coinvolto a partire da House of Cards, la serie che aveva dato nuova linfa spettacolare al suo successo e al suo portafoglio, grazie al ruolo di Frank Underwood, un politico cinico, senza scrupoli. Assetato di potere. E avvelenato dall’ambizione. Un disastro, come abbiamo detto, che lo ha travolto, non solo per il licenziamento, ma anche sul fronte economico, bombardato da una pesante richiesta di danni. A seguito del suo allontanamento dalla produzione di House of Cards, infatti, Mrc (lo studio che produceva la serie) aveva dovuto interrompere le riprese della sesta stagione. Accorciare gli episodi da 13 a 8. E riscriverli per depennare il suo personaggio. Così per Spacey arriva un’altra mazzata: alla fine è stato condannato a pagare un risarcimento di 30 milioni di dollari. E non è finita qui…