Il talk show russo contro la portavoce di Biden: «Scelta perché nera, lesbica e immigrata»
Fresca di nomina, Karine Jean-Pierre è la portavoce del presidente degli Stati Uniti d’America. E, soprattutto, incarna il simbolo politicamente corretto del sogno americano: è una donna di colore, omosessuale e figlia di emigrati haitiani. Una giovane donna brillante, che ha lavorato duramente per arrivare dove attualmente svetta: ai piani alti della Casa Bianca. Ha studiato con successo e ha conseguito un master in Affari internazionali alla Columbia. Quindi, dai banchi della prestigiosa università di New York ha spiccato il grande passo fino allo studio ovale di Washington. Dove ha debuttato nella politica entrando dalla porta principale: quella che gli ha spalancato Barack Obama che l’ha resa capo dello staff della campagna di Kamala Harris.
La portavoce di Biden insultata in un talk show russo
Un curriculum degno di nota – certo come chissà quanti altri – che però nelle mani, e soprattutto nelle parole degli ospiti di un talk show russo, diventa materia di scherno. Di pubblico ludibrio televisivo. Occasione di trasformare tutto nel suo contrario. E il sogno americano di Karine Jean-Pierre diventa l’incubo propagandistico messo in scena ad arte dal Cremlino sulla tv di stato russa. I cui alfieri non hanno perso occasione per mettere in scena a favore di telecamera tutto il loro disprezzo anti-americano. Nutrito da sempre e alimentato e esploso in tutto il suo fulgore acrimonioso dalla guerra di Mosca all’Ucraina. E così, la notizia in pasto alla propaganda d’ancien regime si plasma e si trasforma in un momento in cui razzismo, sessismo e omofobia la fanno da padroni.
«La ragazza ce la farà per un mese o due. Poi verrà rimpiazzata»
«La ragazza ce la farà per un mese o due. Poi verrà rimpiazzata», è la previsione del giornalista Andrei Sidorchik. Che sferzando un colpo al cerchio e una alla botte, aggiunge profeticamente anche che: «La sostituiranno presto con una donna bianca e etero. Lei ammetterà di non essere stata scelta per le sue capacità professionali, ma perché nera, lesbica e immigrata». Un dialogo che sembra surreale, oltre che sguaiatamente plateale, che culmina poi nella stoccata finale inferta tutt’altro che in punta di fioretto dal conduttore Evegeny Popov.
Portavoce della Casa Bianca denigrata in nome della propaganda russa: una scusa per attaccare Biden e gli Usa
Il quale, lungi dall’intenzione di stemperare e rimodulare i termini del dibattito iper-reale, chiosa: prima ribadendo di non conoscere minimamente la persona al centro dell’inquisizione dibattimentale, che ha appena descritto solo per origini etniche e orientamento sessuale. Poi aggiungendo l’ultima grossolaneria sparata nel mucchio: «Leggo vari libri, sono laureato, parlo diverse lingue ma ciò non serve per rappresentare gli Stati Uniti alla Casa Bianca, è più importante essere come lei». La notizia dell’ultimo caso tv russo fa rumore. E il boato scatenato da tanto volgare pressapochismo e bieco qualunquismo esplode definitivamente sui social. Dove le sue deflagrazioni – ne siamo certi – riecheggeranno ancora a lungo.
Sotto, uno dei tweet che rilanciano il caso postato dalla giornalista Julia Davis
Kremlin propagandists on Russian state TV give a warm welcome to White House Press Secretary Karine Jean-Pierre. This revealing clip features racism, sexism and homophobia. It’s pretty typical for bigoted Russian television, but don’t watch it if you have high blood pressure. pic.twitter.com/Vre841qDk5
— Julia Davis (@JuliaDavisNews) May 19, 2022