Dal governo via libera all’aumento Irpef: ecco chi deve aspettarsi il salasso. FdI: «E lo chiamano dl Aiuti…»

9 Mag 2022 12:22 - di Eleonora Guerra
aumento irpef

Le mancette da una parte, le nuove tasse dall’altra. Nella stesura finale del decreto Aiuti spunta un’altra norma quanto meno controversa rispetto agli intenti dichiarati dal titolo della legge. Perché, di fronte alla necessità di fondi per i Comuni con difficoltà di bilancio, l’aiuto previsto dal governo è quello di consentire l’aumento dell’Irpef, ovvero di tassare ancora di più i cittadini a livello locale.

La denuncia di FdI: «E lo chiamano “decreto Aiuti”…»

Dal punto di vista politico, la denuncia era già arrivata da Fratelli d’Italia, che aveva spiegato come «tra le varie ricette suggerite dal governo, vi è la possibilità, da parte delle amministrazioni locali, di aumentare l’addizionale Irpef dello 0,2%, che in questi casi potrà addirittura superare il tetto massimo nazionale fissato all’8 per mille». «Da tempo i Comuni lamentano l’arrivo dei fondi del Pnrr a singhiozzo e l’esecutivo, anziché impegnarsi a velocizzare il trasferimento di risorse centrali, pensa bene di aumentare le tasse», hanno chiarito in una nota i deputati Marco Osnato, Lucia Albano e Galeazzo Bignami, rispettivamente capogruppo e componenti della Commissione Finanze, «Ci sembra davvero paradossale che l’esecutivo denomini “decreto Aiuti” un provvedimento che, in realtà – hanno aggiunto – nasconde ulteriori balzelli a carico dei cittadini».

Verso l’aumento dell’Irpef per 4,5 milioni di contribuenti

Come funzionerà dal punto di vista tecnico lo spiega bene oggi Libero, che, riprendendo uno studio del Sole 24 ore, illustra quali sono i Comuni che potranno procedere all’aumento dell’Irpef e, quindi, quali cittadini si dovranno preparare a un nuovo salasso. Si parla di un numero complessivo di 6,5 milioni di cittadini, dei quali 4,5 milioni di contribuenti. La norma, contenuta nell’articolo 43 del decreto Aiuti, si riferisce, in particolare, ai «Comuni capoluogo di provincia che hanno registrato un disavanzo di amministrazione pro-capite superiore a 500 euro», i quali «possono sottoscrivere un accordo per il ripiano» con il governo.

Quali sono i Comuni che potranno aumentare le tasse

I Comuni che rientrano in questa condizione, ovvero che potranno «deliberare l’incremento dell’addizionale comunale all’Irpef, in deroga al limite previsto», sono 18, secondo i calcoli del Sole: Salerno, Chieti, Potenza, Rieti, Vibo Valentia, Lecce, Catanzaro, Andria, Alessandria, Avellino, Agrigento, Frosinone, Brindisi e Nuoro, ai quali vanno aggiunti Napoli, Torino, Reggio Calabria e Palermo, per i quali la deroga è già prevista. Ma non finisce qui. Perché la norma è estesa anche i Comuni capoluoghi di provincia per i quali il debito pro capite supera i mille euro. Ed è così che alla lista si aggiungono anche le città di Milano, Genova, Firenze, Catania e Venezia, le quali potranno inoltre prevedere un’addizionale comunale sui diritti di imbarco portuale e aeroportuale di almeno 2 euro a passeggero. Il tutto in tempi ristrettissimi, ovvero trascorsi i 60 giorni previsti dal decreto.

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