Risse a sinistra, De Benedetti demolisce la linea Letta sulla guerra. Il segretario Pd la prende male

9 Mag 2022 9:16 - di Gabriele Alberti
De Benedetti Letta

Carlo De Benedetti “boccia” su tutta la linea la posizione “bellicista” del Pd e del suo segretario. Dalle colonne del Corriere della Sera che ha ospitato una sua lunga intervista, l’ingegnere che si definì «la tessera numero 1 del Pd» – ha  sparato a zero contro la retorica bellicista di cui hanno fatto sfoggio i democrat.  Aveva messo in guardia già settimane fa ad “Otto e mezzo” che  «questa guerra avrà conseguenze inenarrabili: anzitutto un enorme problema di fame nel mondo, uno shock energetico simile allo shock petrolifero del 1973 (che generò una recessione di anni), quindi recessione e crollo delle Borse». Il quadro apocalittico tracciato da De Benedetti allora viene riconfermato dalle colonne del giornale di via Solferino. Non accetta questa deriva da “partito della guerra” senza se e senza ma preso da Enrico Letta. Il quale oggli gli risponde piccato.

Le previsioni apocalittiche di De Benedetti

Le previsioni sono funeste secondo “la tessera numero 1 del Pd: all’orizzonte l’arrivo di masse enormi di affamati ora che la prospettiva della carestia planetaria, per il collasso dell’Ucraina  granaio del mondo si sta realizzando. Da qui una frase che tutti ripetono: «La nostra priorità assoluta dev’ essere fermare la guerra». E la linea che il Pd sta seguendo è sbagliata che più sbagiata non si potrebbe, afferma nell’intervista ch oggi su Libero Antonio Socci commenta.  Pur dando un giudizio durissimo su Putin, ribadisce che quella è la priorità: «Se Biden vuol fare la guerra alla Russia tramite l’Ucraina è affar suo. Noi non possiamo e non dobbiamo seguirlo». In questa guerra, spiega, «non ci guadagna nessuno tranne gli Usa, che fanno soldi a palate vendendo le armi e il gas senza subire conseguenze». De Benedetti che a sinistra viene guardato spesso come un oracolo, avverte i dem che la stada da loro presa è sbagliata.

De Benedetti boccia la linea Letta

Incita a  «una soluzione negoziale». «L’Europa ha un interesse comune: fermare la guerra anziché alimentarla». Ripete: «Se gli Usa vogliono usare l’Ucraina per far cadere Putin, che lo facciano. Se i russi vogliono Putin, che se lo tengano. Cosa c’entriamo noi?». Le sue parole sono rabbiose:  ” Ma davvero pensiamo ancora di poter esportare la democrazia con le armi?… Ebbene: non funziona. La democrazia si esporta con il successo sociale ed economico delle società organizzate democraticamente. Non con le armi». Dunque in Ucraina «l’unica soluzione è un compromesso», è il suo suggerimento. Poi afferma che pure  la Nato «ora non ha più senso», e ha ribadito di nuovo: «Se l’America vuol fare la guerra a Putin la faccia, ma non è l’interesse dell’Europa. Non è una mia opinione personale: è quello che pensano in Germania».

Avvertimento a Draghi

Alt, questo richiamo ai tedeschi non è casuale. Suona come un campanello di allarme per Mario Draghi a poche ore dalla sua partenza per Washington. Sono segnali non tanto felpati. Diccendo che è «quello che pensano in Germania», l’avvertimento è tutto per il premier  “che ambisce a presentarsi a Washington come il governante europeo più allineato ai desideri di Biden. In effetti finora tutti i giornali filogovernativi hanno sostenuto che Draghi viene ricevuto da Biden per la sua “fedeltà” acritica”.  De Benedetti dice che  «non si deve seguire Biden».

Letta risponde a De Benedetti: “Abbia rispetto”

Nell’intervista  De Benedetti avverte Letta che nell’opinione pubblica di area Pd la linea bellicista non è prevalente. E infatti Enrico Letta la prende male. Intervistato sempre dal Corriere oggi inedicola, respinge al mittente le critiche: “Nel nostro dibattito non basta- come leggo ad esempio nell’intervista a De Benedetti sul ‘Corriere’-  la sola ripetizione della parola pace, se non si indica come, se non ci si assumono le responsabilità conseguenti. Sono rispettoso dei travagli che la guerra porta con sé. Anche io, da cattolico, mi interrogo. Ma chiedo pieno rispetto per le nostre posizioni”

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