Sanzioni degli Usa alle figlie di Putin, nel mirino sta per entrare anche la sua compagna

6 Apr 2022 18:21 - di Giorgia Castelli
Putin

Il “team” di investigatori legato ad Aleksei Navalny denuncia il patrimonio associato alla presunta moglie o compagna di Vladimir Putin, e comunque la sua propagandista in capo, l’ex ginnasta olimpica Alina Kabaeva, e chiede che sia inclusa “immediatamente” nell’elenco delle persone sanzionate in Occidente.

Putin, chi è Alina Kabaeva

Kabaeva è Ceo del National Media Group (Nmg), la holding degli amici di Putin che, per fare posto a lei, avevano licenziato il nipote di uno di loro, Yuri Kovalchuk, il presidente e maggior azionista di Bank Rossiya (per questo considerato il portafoglio del Presidente russo. All’Ngm fanno capo decine di canali tv, emittenti radio e giornali, fra cui Perviy Kanal, Ren-Tv, Izvesia, Life.ru. Subito dopo la pubblicazione dell’appello del collaboratore di Navalny Georgy Alburov, che è uscito ieri in russo, il nome di Kabaeva è stato cancellato dal sito del Nmg. Solo nel 2018, per il suo lavoro alla Nmg, Kabaeva ha percepito 785 milioni di rubli, vale a dire dieci milioni di dollari.

«La gigantesca macchina mediatica guidata da Kabaeva è ora impegnata a giustificare i crimini di guerra», con titoli come questi, denuncia Alburov. «L’Occidente non ha bisogno di una inchiesta obiettiva negli eventi di Bucha» o «Provocazione a Bucha: quali incongruenze sono state trovate nella versione ucraina». O ancora: «Il narcologo Shurov valuta il comportamento di Zelensky durante il discorso a Bucha». Lei stessa, in una intervista alla Tass aveva ripetuto che la Russia «ha deciso di proteggere il Donbass dai nazisti».

Putin, il super stipendio di Kabaeva non è tutto

Il super stipendio di Kabaeva non è tutto. La nonna 86enne, Anna Zatsepilina, ha ricevuto, nel 2015, un appartamento di 200 metri quadri a San Pietroburgo del valore di 120 milioni di rubli dall’amico di Putin, Gennady Timchenko. Quattro giorni prima, aveva acquistato un appartamento di 600 metri quadri sull’Arbat a Mosca, del valore di almeno 600 milioni di rubli, dall’amico di infanzia di Putin, Pyots Kolbin. E dall’amico di Rotenberg (compagno di judo di Putin) Grigory Bayevsky, che nel giro del Presidente russo ha il compito di distribuire proprietà immobiliari, una villa. Una proprietà di mezzo ettaro nell’esclusivo quartiere della Rublevka con due case del valore di milioni di dollari. In cambio, ha ceduto, attraverso un intermediario, un suo appartamento di Sochi al nipote di Putin, Mikhail Shelomov.

Gli altri appartamenti

Baevsky ha anche offerto alla sorella di Alina, Leysan, un appartamento di 220 metri quadri del valore di 1,5 milioni di dollari. La madre di Alina Kabaeva invece ha ricevuto da una entità di Gazprom un appartamento di 260 metri quadrati del valore di 12 milioni di dollari. La stessa società, fra l’altro, ha fornito una casa di lusso alla nonna della figlia non riconosciuta di Putin, Luisa Rozova, Nadezhda Krivonogikh.

Una casa è arrivata, da Baevsky, perfino ad Alisa Kharcheva, ex studentessa di giornalismo diventata famosa per aver firmato un calendario sexy per Putin. Una delle due figlie riconosciute di Putin Katerina Tikhonova è residente in un appartamento di Baevsky.

Gli Usa imporranno sanzioni alle due figlie di Putin

E intanto gli Stati Uniti imporranno sanzioni alle due figlie maggiorenni di Putin, Katerina Tikhonova e Maria Vorontsova, avute dalla prima moglie, Lyudmila Shkrebneva. Lo riportano i media statunitensi secondo cui le sanzioni colpiranno anche la moglie e la figlia del ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov.

«Abbiamo ragione di credere che Putin e molti dei suoi accoliti ed oligarchi nascondano la loro ricchezza, i loro beni con familiari che hanno depositi nel sistema finanziario Usa e di molte altre parti del mondo». Così un funzionario dell’amministrazione Usa ha spiegato la decisione di Washington. «Noi crediamo che molti dei beni di Putin siano nascosti con suoi familiari e per questo li stiamo prendendo di mira», ha spiegato ancora il funzionario.

 

 

 

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