La preside del Montale: “La storia con lo studente è falsa. Per me un incubo. Sono stata interrogata per 10 ore”

8 Apr 2022 17:04 - di Eugenio Battisti

“All’inizio, quando alcuni docenti mi hanno riferito delle voci, mi sembrava un incubo. Sembrava quasi che si parlasse di qualcuno che non ero io”.  A parlare è Sabrina Quaresima la preside del Montale di Roma, accusata di aver avuto una  relazione con un suo alunno, maggiorenne di 19 anni. Una storia che la prof ha sempre smentito (e che, comunque, vista l’età del ragazzo maggiorenne non costituisce reato). Mentre il ragazzo ha raccontato di aver fatto sesso in macchina con la dirigente scolastica durante l’occupazione del liceo.

La preside del Montale a Porta a porta

“Non c’è mai stata alcuna relazione”, ha sempre detto anche quando lo scandalo presunto è montato, i media l’hanno messa alla berlina. E sui muri dell’istituto sono apparse scritte minacciose. Ieri però, ospite a Porta a porta, ha voluto metterci la faccia. “All’inizio – ha detto rispondendo a Vespa – pensavo che tutto si sarebbe sgonfiato così come era nato”. I genitori dello studente – secondo quanto riporta la preside – non avrebbero mai avuto un colloquio con lei. “Se fossero stati indignati, mi avrebbero contattato e questo non è successo”, dice Sabrina Quaresima davanti alle telecamere. I genitori però sarebbero già andati a scuola a parlare dell’accaduto proprio nel periodo in cui la preside era a casa per covid. Quando cioè è iniziata a circolare la notizia della storia risalente allo scorso dicembre durante l’occupazione del Montale.

I genitori del ragazzo vanno a scuola a sua insaputa

“Ho ragione di credere che siano stati convocati”, dice. Ma in sua assenza. Come mai? Qualcuno voleva fargliela pagare? È quello che fa ipotizzare anche il suo legale, presente in studio a Porta a porta insieme a Simonetta Matone. Sullo vicenda pesano i cattivi apporti con i suoi collaboratori. Uno dei quali è stato licenziato dalla dirigente scolastica in prova. “Ha avuto un modo poco rispettoso di rivolgersi alla mia persona. Io sono stata considerata un’intrusa, una persona che voleva toglier loro dei privilegi. Ora qualcuno degli insegnanti non mi saluta più, ma sono una minoranza”. E il ragazzo? “’ho incontrato due volte, sporadicamente, “buongiorno, buongiorno”. All’inizio avevo tentato anche di contattarlo per capire cosa stesse accadendo ma non ho ricevuto risposta”.

Quaresima: quelle chat sono un’invenzione

Quaresima – che non riconosce le chat pubblicate da alcuni quotidiani – ha conosciuto il ragazzo durante l’occupazione del liceo, alla fine dello scorso anno. Quando lo studente (di cui la stampa non ha mai rivelato il nome), consigliere d’istituto, l’avrebbe aiutata. In un momento in cui “si sentiva molto sola”. Forse il fatto di aver aiutato la presidente, un curriculum di tutto rispetto al Convitto nazionale di Roma, a individuare i nomi delle persone che occupavano potrebbe avergli fatto inimicare i compagni. Quando sono cominciate a comparire delle scritte sui muri – ha proseguito Quaresima – “allora ho capito che qualcuno ce l’aveva con me. Anche se mai avrebbe immaginato che un pettegolezzo di questo tipo sarebbe poi finito sui giornali: lo aveva derubricato all’invenzione “di un ragazzo che voleva darsi delle arie“. Dopo l’esposto contro la preside, eterodiretto forse, è scattata l’ispezione ministeriale. La donna è stata interrogata, ‘torchiata’, per oltre 10 ore. Quella del liceo Montale potrebbe essere una storia che va ben al di là dei fatti finora conosciuti. L’avvocato della preside, Alessandro Tomassetti, a Open aveva avanzato l’ipotesi che qualcuno volesse «fargliela pagare». Che le cose “non accadono mai per caso”. E che forse “è risultata scomoda a qualcuno”. Gli ex allievi di Quaresima, ben 19 di loro, in una avevano parlato, anche loro, di una persona scomoda. Una donna che si è sempre spesa per i ragazzi. E che difficilmente avrebbe fatto quel che oggi le viene contestato.

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