La Cassazione: a Piazza San Carlo la banda dello spray accettò il rischio di provocare morti
Per i supremi giudici della Corte di Cassazione, la banda di rapinatori che il 3 giugno 2017 in piazza San Carlo a Torino seminarono il panico durante la proiezione della finale di Champions League Juventus-Real Madrid aveva messo in conto che quel gesto sconsiderato avrebbe potuto provocare morti, come di fatto fu.
“Nel quadro di una ricostruzione che pone a carico degli imputati eventi lesivi accettati come conseguenza della concreta azione posta in essere, l’evento morte si colloca con assoluta sicurezza nell’area di rischio provocata – scrivono i giudici di piazza Cavour nelle motivazioni della sentenza che lo scorso 21 gennaio ha reso definitive le condanne per i quattro componenti della ‘banda dello spray’. – Detto altrimenti” da parte degli imputati c’è stata una “adesione volontaria all’evento come costo ‘accettato’ dell’azione realizzata per conseguire il fine perseguito”.
E, infatti, quell’azione in piazza San Carlo costò la vita di due donne, Erika Pioletti, morta pochi giorni dopo, e Marisa Amato, rimasta paralizzata dopo i fatti e morta due anni dopo.
I supremi giudici a gennaio avevano rigettato i ricorsi degli imputati, accusati di omicidio preterintenzionale, e confermando le condanne della Corte d’assise di appello di Torino: dieci anni e quattro mesi per i ventenni Sohaib Bouimadaghen, Hamza Belghazi e Mohammed Machmachi; 10 anni e 3 mesi per Aymene El Sahibi.
“E’ certo – sottolineano i giudici della Quinta sezione penale della Cassazione – che nel punto in cui la situazione di caos si è generata c’erano gli imputati, i quali, in concorso tra loro, avevano deciso di ricorrere all’uso dello spray” per rapinare le persone in piazza San Carlo.
Da parte degli imputati quindi, conclude la Cassazione, c’era la “consapevolezza degli effetti dello spray – che, peraltro, si pongono quali calcolati risultati, voluti per creare una situazione di disordine nella quale agire indisturbati – in un’area affollatissima”, qual’era, appunto, quel giorno piazza San Carlo a Torino.