Energia, la Camera vota la fiducia. Rampelli a Draghi: «Estraiamo il gas dal nostro territorio»
Le fibrillazioni all’interno della maggioranza rimbalzano dal telefonino di Matteo Salvini a quello di Antonio Tajani. I due si sono sentiti più volte nelle ultime 24 ore per concordare, d’intesa con Silvio Berlusconi, una linea comune su fisco e giustizia in vista dell’incontro di domani con Mario Draghi. Al momento, una convocazione ufficiale ancora non c’è, ma l’appuntamento a Palazzo Chigi è previsto nel pomeriggio. All’incontro parteciperanno anche i rispettivi capigruppo di Camera e Senato, quasi a formare una delegazione unica. Un modo per dare un’immagine di compattezza. Almeno su temi sensibili per famiglie e imprese, come appunto le tasse.
Domani le delegazioni di FI e Lega incontrano Draghi
«Giù le mani dalla casa», è il coro unanime dentro Lega e Forza Italia. Entrambe sono pronte a trattare, ma senza accettare soluzioni a scatola chiusa. Lo dice a chiare lettere Tajani. «Né sulla giustizia né sul fisco noi riteniamo si debba mettere la fiducia, senza prima aver trovato un accordo fra tutti i partiti della maggioranza», avverte il numero 2 di Forza Italia. «Sono convinto – ha aggiunto – che un accordo si possa trovare, raggiungendo l’obiettivo di approvare la riforma del catasto e della giustizia, senza imporre nuove tasse ai cittadini e limitando la presenza continua delle correnti nella magistratura». Ma è una partita non semplice quella che si accinge a giocare alla Camera il cosiddetto centrodestra di governo.
Alla Camera fiducia con 422 “sì” e 54 “no”
Sulla delega fiscale Draghi ha già detto che non tratta seppur dopo aver assicurato che il suo governo «non metterà una tassa in più». Ma è scontato che la riforma del catasto qualche balzello in più sugli immobili lo determinerà. Nel frattempo, prosegue l’attività del Parlamento. Poco fa, con 422 voti favorevoli e 54 contrari, la Camera ha votato la questione di fiducia sul decreto legge per il contenimento dei costi dell’energia. Severo il giudizio di Fabio Rampelli. «Non si capisce – ha detto il vicepresidente della Camera – perché si vada a pietire il gas a destra e a manca, rivolgendoci a Stati come Algeria, Qatar e Afghanistan, non propriamente esempi di democrazie liberali quando potremmo ricavare dal nostro territorio 112 miliardi di metri cubi di gas, ben superiori al nostro fabbisogno»