Ucraina, i presidenti dei Parlamenti G7: condanna dell’aggressione e “distinzione tra popolo russo e Mosca”

16 Mar 2022 21:10 - di Redazione
Ucraina

“Noi, presidenti dei Parlamenti del G7, condanniamo con la massima fermezza la guerra di aggressione della Federazione Russa contro l’Ucraina. L’aggressione militare su larga scala, con il sostegno bielorusso, viola l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina. Siamo inorriditi dalla brutale violenza ed esprimiamo la nostra piena solidarietà nei confronti dell’Ucraina e del suo desiderio di vivere in libertà e democrazia”. Così i presidenti dei Parlamenti del G7 nella dichiarazione finale della riunione tenutasi oggi in videoconferenza.

“In questo contesto  – scrivono – siamo consapevoli di chi ha la responsabilità politica di questa guerra e tracciamo esplicitamente una distinzione tra lo Stato russo e il popolo russo, che non è fautore di questa guerra. Chiediamo alla Federazione Russa di cessare immediatamente le ostilità e di ritirare le sue forze dall’Ucraina. L’attacco della Federazione Russa costituisce una grave violazione del diritto internazionale, in quanto viola il divieto dell’uso della forza sancito dall’articolo 2 (4) della Carta delle Nazioni Unite e gli obblighi della Russia ai sensi dell’Atto finale di Helsinki, della Carta di Parigi e del Memorandum di Budapest”.

Ucraina, i presidenti dei Parlamenti del G7

“Accogliamo con favore – sottolineano i presidenti dei Parlamenti del G7, tra questi anche quello della Camera dei deputati, Roberto Fico – gli sforzi bilaterali e multilaterali per ottenere un cessate il fuoco e aprire la strada ai negoziati. Al riguardo, esortiamo con forza la Federazione Russa a abbandonare qualsiasi precondizione ai negoziati, con particolare riferimento alle sue pretese territoriali illegali. Una soluzione duratura del conflitto non potrà mai essere raggiunta con la forza, ma solo con mezzi diplomatici. Sosteniamo incondizionatamente l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina all’interno dei suoi confini e delle sue acque territoriali internazionalmente riconosciuti”.

“Esortiamo la Federazione russa – si legge nello statement finale – a rispettare il diritto umanitario internazionale. La popolazione civile non deve continuare ad essere bersaglio di operazioni militari né diventare vittima di crimini di guerra. Sottolineiamo che la Corte Penale Internazionale ha già aperto un’indagine sulla guerra in Ucraina a seguito delle crescenti denunce di crimini di guerra e di crimini contro l’umanità, compreso il bombardamento di un ospedale di maternità e di obiettivi civili. I responsabili devono essere assicurati alla giustizia”.

«Le ostilità non devono trasformarsi in una catastrofe umanitaria»

“I corridoi umanitari – sottolineano – devono servire per proteggere i gruppi di persone vulnerabili e sono necessari per far arrivare alla popolazione i rifornimenti essenziali. Le ostilità non devono trasformarsi in una ulteriore catastrofe umanitaria a causa dei blocchi. Ci appelliamo quindi alla leadership militare russa affinché si astenga da attacchi a obiettivi civili, garantisca la sicurezza delle strutture mediche e del personale sanitario e rispetti i corridoi umanitari. Ciò include la cessazione immediata delle azioni militari presso le centrali nucleari e la garanzia del loro corretto funzionamento sotto la supervisione dell’AIEA, per evitare di mettere ulteriormente a repentaglio la sicurezza nucleare”.

“Siamo testimoni del fatto – assicurano i presidenti dei Parlamenti del G7 – che i nostri Parlamenti hanno affermato la propria responsabilità di aiuto e accoglienza alle persone che fuggono dall’Ucraina a causa della guerra e di sostegno agli Stati che, in quanto paesi vicini, hanno un particolare compito umanitario da svolgere. Siamo al fianco della Verkhovna Rada ucraina e dei suoi parlamentari liberamente eletti. Lavoreremo in stretto contatto con i nostri governi per assicurare una risposta appropriata alla grave, reale e crescente minaccia alla nostra libertà, democrazia e stato di diritto. Contribuiremo anche all’ulteriore isolamento internazionale ed economico della Federazione Russa e al contrasto alla disinformazione”.

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