Processo per stupro, il figlio di Grillo diserta la prima udienza: la presunta vittima è andata via dall’Italia

16 Mar 2022 19:52 - di Lucio Meo

L’udienza è stata solo ‘tecnica’, come viene chiamata in gergo giudiziario, ma non sono mancate le prime schermaglie, tra accusa e difesa, ma soprattutto tra la parte civile, cioè la presunta vittima della violenza sessuale, e le difese degli imputati, nel processo per stupro di gruppo a carico di Ciro Grillo e dei suoi tre amici, Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria, iniziato oggi davanti al Tribunale di Tempio Pausania (Sassari). Una udienza interlocutoria – assenti i quattro imputati – nel corso della quale il Presidente della Corte, Marco Contu, che ha disposto la celebrazione del processo a porte chiuse, ha sciolto le riserve sull’ammissione delle richieste di prova e sulla lista testi, con oltre settante persone chiamate a deporre. Alla fine ha accolto tutta la lista, o quasi. Per ora, ma non si sa ancora se in maniera definitiva, resteranno fuori dall’aula due cronisti, Giusi Fasano del Corriere e Fabio Tonacci di Repubblica. Potrebbero essere sentiti più in là, ma al momento i loro nomi sono stati depennati dalla lista. Come spiega l’avvocata Giulia Bongiorno, che li aveva citati, per conto della presunta vittima, “se si riuscirà ad avere la registrazione dell’intervista che era stata fatta a due testi”, tra cui l’insegnante di Kite surf, Francesca B., oppure “se la sua deposizione sarà ritenuta sufficiente, non sarà necessario convocare i due giornalisti”.

Processo al figlio di Grillo, i testimoni chiamati a deporre

Dovranno, invece, presentarsi in aula, nel corso delle prossime udienze, la moglie di Beppe Grillo, Parvin Tadijk, che la notte del presunto stupro, tra il 16 e il 17 luglio 2019, dormiva nello stesso residence a Porto Cervo, ma anche il ragazzo norvegese, David Enrique Bye Obando, citato dalla difesa degli imputati, che secondo quanto raccontato dalla ragazza agli investigatori, avrebbe abusato di lei. Anche se la giovane non lo ha mai denunciato. “Ma sarà sentito solo sui fatti riguardanti il processo e non sulle sue abitudini sessuali – tiene a sottolineare Giulia Bongiorno – dunque la sua testimonianza è stata ammessa”.

Il padre del ragazzo nega la citazione: “Mio figlio non è stato convocato dalle autorità giudiziarie norvegesi, l’unica autorità di fronte alla quale è responsabile. Né ha ricevuto citazioni da altre autorità. Non ha altro da aggiungere”, è stato il commento secco all’Adnkronos di Vegard Bye, padre di David Enrique Bye Obando. L’episodio risale al 2017 e sarebbe avvenuto in un campeggio in Norvegia. La vicenda era emersa nel corso delle indagini sul figlio del fondatore del Movimento 5Stelle. David Enrique Bye Obando, figlio di un noto politico norvegese, ha sempre negato l’episodio di violenza, affermando anche che la giovane gli aveva già chiesto scusa per quell’accusa. La ragazza aveva raccontato ai pm che il ragazzo aveva abusato di lei mentre dormiva in tenda. “Quando mi sono svegliata era sopra di me e sono scappata nel bosco. Il giorno dopo mi ha detto di prendere la pillola”.

La presunta vittima si è trasferita all’estero

E poi verranno sentiti, psicologi e medici legali, tra cui la psicologa che ha in cura la giovane, che nel frattempo si è trasferita all’estero, in un paese europeo dove studia. Ma la legale non nasconde la sua preoccupazione “per i tempi del processo”. “Ci riteniamo soddisfatti per le decisioni del giudice ma siamo molto preoccupati per i tempi processuali”, denuncia Bongiorno. E spiega: “Abbiamo fissato un calendario fino al 18 gennaio 2023 – dice la legale della giovane – considerate che la mia assistita dovrà continuare a vivere questa sua ferita fino a quella data e tutto questo comporterà il riaprirsi di sofferenze e dolori. Io auspico che ci sfaccia il processo in aula e non ci siano diffusioni, che io reputo molto gravi, non di notizie, ma parlo di dati e referti medici sulla mia assistita che sono stati pubblicati, anche di sue foto che permettono la sua identificazione”.

“Era superfluo che Ciro Grillo venisse in aula”

All’uscita del Tribunale parla anche uno dei legali di Ciro Grillo, l’avvocato Andrea Vernazza che difende il figlio del fondatore del M5S con il collega Enrico Grillo, cugino del comico genovese. “Oggi era superfluo che Ciro Grillo venisse”, spiega ai giornalisti. “Si comincerà con i testi dell’accusa, per noi è ancora prematuro stabilire il calendario dei nostri testi. Intanto, il giudice ha calendarizzato le udienze fino al gennaio 2023″, ha poi aggiunto. Alla domanda se si sono già fatti un’idea ha replicato: “Se avessimo voluto farci un’idea avremmo scelto il rito abbreviato, non lo abbiamo voluto fare perché è stata una nostra scelta. Adesso conta quello che si dirà in aula. Il processo, il cosiddetto nuovo processo, prevede l’immediatezza, le domande fatte dalle parti in aula. Poi su volontà delle parti si potrà anche acquisire”.

La prova regina che potrebbe incastrare gli imputati

Ma la difesa della giovane studentessa si dice convinta che la “prova regina” del processo sia stata acquisita agli atti. “E’ stata ammessa la ‘prova regina’ di questo processo, cioè l’hard disk con tutte le intercettazioni”, dice Giulia Bongiorno, uscendo dall’aula. “In quell’hard disk c’è tutto lo scambio di messaggistica, di chat che c’è stato tra la mia assistita e altre persone, a mio avviso è una prova importante perché attesata la genuinità di quanto racconta dopo la sua esperienza. Dunque questo hard disk farà parte del patrimonio in dibattimento”. “Ci sono poi state delle discussioni su alcuni documenti – dice – quello che è entrato nel fascicolo è l’accertamento irripetibile di intercettazioni e chat che a mio avviso sono molto importanti”. Le difese si sono opposte anche ad alcuni testi della Bongiorno, tra cui la psicologa della ragazza che l’ha in cura da quando sarebbe avvenuto il presunto stupro. La prossima udienza si terrà l’1 giugno, e poi è prevista almeno una udienza al mese, fino al gennaio 2023. Ma i tempi si preannunciano piuttosto lunghi.

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