La Russia annuncia i corridoi umanitari. Kiev non conferma e avverte: “Preparano l’assalto alla città”

7 Mar 2022 8:42 - di Natalia Delfino
corridoi umanitari

La Russia sarebbe pronta ad aprire stamani corridoi umanitari in diverse città dell’Ucraina, per consentire l’evacuazione dei civili. Lo riporta la Bbc che cita media ufficiali russi. Il «cessate il fuoco» per i corridoi umanitari sarebbe scattato dalle 8 ora italiana, le 10 a Mosca. La città interessate, secondo il ministero della Difesa russo, sarebbero Kiev, Kharkiv, Mariupol e Sumy. Non ci sono per ora conferme da parte ucraina, che invece ha lanciato un allarme sul fatto che le truppe russe stanno preparando l’assalto alla Capitale. Il sindaco di Mykolaiv, Oleksandr Senkevych, inoltre, nelle prime ore di stamattina ha denunciato nuovi bombardamenti sulla città.

I bombardamenti su Mykolaiv

In un messaggio diffuso su Facebook, Senkevych ha scritto che sono finiti nel mirino dei russi edifici residenziali e ha condiviso un video a testimonianza delle denunce, avvertendo anche sul pericolo di ordigni inesplosi. «Non avvicinatevi, non sollevateli, non cercate di spostarli da soli», ha detto il primo cittadino di Mykolaiv.

I russi annunciano i corridoi umanitari, ma «preparano l’assalto a Kiev»

A parlare della situazione intorno Kiev e del fatto che i russi si preparano all’assolto è stato poi il consigliere del ministero degli Interni, Vadym Denysenko, citato dalla Ukrayinska Pravda. Nelle vicinanze della Capitale, ha detto, «sono concentrati un quantitativo abbastanza grande di equipaggiamento» militare russo e «truppe russe», mentre lo Stato Maggiore ha indicato che i russi puntano al pieno controllo di Irpin e Bucha, appena fuori Kiev, puntando al «vantaggio tattico per raggiungere la periferia orientale di Kiev attraverso i distretti di Brovarsky e Boryspil». Nessuna conferma ufficiale, invece, dell’apertura dei corridoi umanitari.

L’Ucraina pronta «a discutere di alcuni modelli non Nato»

Intanto per oggi si attende il terzo round di negoziati, rispetto ai quali David Arakhamia, membro della delegazione ucraina, ha spiegato ai microfoni di FoxNews che «siamo pronti a discutere di alcuni modelli non Nato. Ad esempio, potrebbero esserci garanzie dirette da diversi Paesi come Stati Uniti, Cina, Regno Unito, forse Germania e Francia. Siamo aperti a discutere di queste cose in una cerchia più ampia, non solo nelle discussioni bilaterali con la Russia, ma anche con altri partner».

I paletti alle trattative con la Russia

«La risposta che stiamo ricevendo dai Paesi della Nato – ha aggiunto – è che non sono nemmeno pronti a discutere di averci nella Nato, non prima nella migliore delle possibilità di 5 o 10 anni». «Le uniche parti su cui è quasi impossibile mettersi d’accordo sono la Crimea e le cosiddette repubbliche che la Russia intende riconoscere come indipendenti. Questo non è accettabile per società ucraina. E non si tratta dei politici, ma degli ucraini che non lasceranno mai che ciò accada. Questa è la sfida principale e, onestamente, non sappiamo ancora come superare questi ostacoli».

«Ci uccidono e nessun leader mondiale reagisce»

Nella tarda serata di ieri, il presidente Volodymyr Zelensky, secondo quanto riportato dal Kiev Indipendent, ha lanciato un atto d’accusa sul fatto che «la Russia ha annunciato che domani bombarderà le imprese legate alla difesa. La maggior parte di esse sono nelle nostre città, circondate da civili. È un omicidio, semplicemente un omicidio. E non ho visto nessun leader mondiale reagire oggi, nessun politico occidentale». «Pensate al senso di impunità che hanno gli occupanti, tale da far loro annunciare le loro atrocità con un preavviso! Tutto questo perché non c’è reazione. Non una parola. Spero che lo vedrete domani e reagirete. L’audacia dell’aggressore – ha aggiunto Zelensky – è un chiaro segnale per l’Occidente del fatto che le sanzioni imposte non sono sufficienti. Non potete nascondervi da questa realtà».

Zelensky: «Verrà il giorno del giudizio»

«Non potete nascondervi dai nuovi omicidi in Ucraina», ha proseguito il presidente ucraino, aggiungendo che «oggi una famiglia di quattro persone, i genitori e due figli, è rimasta uccisa a Irpin mentre cercava di lasciare la città». «Non perdoneremo. Non dimenticheremo. Puniremo tutti coloro che hanno commesso atrocità in guerra. Troveremo la feccia che ha bombardato le nostre città, la nostra gente, che ha sparato i missili, che ha impartito ordini. Non troverete un posto tranquillo su questa terra, se non la tomba», ha detto Zelensky, che già su Facebook aveva avvertito che «oggi è la domenica del perdono. Però noi non perdoneremo le centinaia e centinaia di vittime, le migliaia e migliaia di sofferenze. E anche Dio non lo perdonerà. Né oggi, né domani, né mai». «E invece della giornata del perdono – aveva concluso nel messaggio postato su Facebook – ci sarà il Giorno del Giudizio».

 

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