Giorgetti sconfessa Draghi: “Il Pnrr va modificato. Nessuno oggi lo riscriverebbe come 10 mesi fa”

12 Mar 2022 8:44 - di Gabriele Alberti
Draghi Giorgetti

Giorgetti contro Draghi e crepa nel governo. Il presidente del consiglio Mario Draghi a Versailles ha affermato che bisogna andare avanti con l’agenda del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Con i  102  obiettivi e i traguardi da raggiungere quest’anno. Ma l’economia di guerra in qualche modo da lui evocata che si sta facendo sentire indurrebbe a più miti consigli. Ad esempio, ripensare a uno scostamento di bilancio che il premier fin qui ha voluto scongiurare. Ci pensa così Giancarlo Giorgetti a “sconfessare” quanto ribadito da Draghi a Versailles. Il ministro dello Sviluppo è convinto che alcuni degli obiettivi così come sono scritti, con quelle tempistiche e con questo contesto economico, non siano raggiungibili. Lo ha detto apertamente mentre Draghi era con gli altri capi di stato e di governo europei. E lo ha ribadito in un’intervista al Messaggero oggi in edicola.

Giorgetti a Draghi: la guerra cambia tutto, gli obiettivi del Pnrr non si possono raggiungere

Il ministro leghista ha detto chiaro e tondo: «Il Pnrr è nato con una tempistica, con degli obiettivi e con scadenze precise e mi sembra palesemente impossibile raggiungere qualche goal che è stato posto». Per lui «il piano nazionale di ripresa e resilienza a tempo debito andrà ridiscusso».  Secondo Giorgetti dovrebbe essere aggiornato «il pilastro della transizione green e digitale»: le due voci che insieme assorbono il 67 per cento delle risorse, mentre sul fronte delle infrastrutture con «la lievitazione dei prezzi materie prime è impossibile rispettare certi tipi di obiettivi». Draghi a Versailles dichiarava il contrario: «è importantissimo continuare a svolgere quella agenda», «altrimenti mettiamo a rischio i finanziamenti di giugno e dicembre». Il suo ministro dichiara invece che “in una situazione eccezionale -lo ribadisco- occorrono risposte eccezionali“. La guerra in corso in Ucraina e le sanzioni alla Russia porteranno conseguenze economiche pesantissime alle imprese italiane dei settori trainanti.

Scostamento, crepa nel governo, Giorgetti: “Dipende da Draghi e da Franco”

E qui entra in gioco il fatidico scostamento di bilancio per sostenere il caro bollette che sta mettendo a dura prova famiglie e filiere produttive.  Draghi non vuol sentirne parlare, ma per Giorgetti sarà doveroso prendere atto della realtà. Prima o poi nel governo di aprirà una crepa. «Questo è un problema che riguarda il governo nel suo complesso, in particolare il premier Draghi e il ministro Franco. Fino a questo momento hanno sempre sostenuto la necessità di dare messaggi rassicuranti: ma se la crisi continua, le ripercussioni economiche sono tali; per cui per forza dovremo prendere in considerazione un intervento che permetta alle imprese di reggere l’urto. Tutto questo sta generando un fenomeno di tipo inflattivo: l’aumento dei prezzi significa difficoltà per chi ha uno stipendio, una pensione: è un problema serio». Quindi, in sintesi, lo scostamento sarà necessario.

“Chiunque oggi non riscriverebbe il Pnrr come 10 mesi fa”

Il messaggio a Draghi è chiaro: “Io penso che a chiunque in Europa chiedessimo: oggi riscriveresti il Pnrr come l’hai scritto dieci mesi fa?, la risposta non potrebbe che essere: no. Nuove esigenze si sono manifestate platealmente”. Ancora più chiaro: “Tante cose stanno cambiando in Europa, sul rigore di bilancio, sugli aiuti di Stato: inevitabilmente anche il Pnrr a tempo debito va ridiscusso».

La sponda di Zaia

A Giorgetti è arrivata la sponda di Luca Zaia. Il governatore del Veneto non è solo un collega di partito ma anche la guida di una delle regioni più trainanti della nostra economia. Che sul Pnrr ha ribadito: «Il piano è nato con determinati intendimenti in un contesto storico di pochi mesi fa, radicalmente diverso da quello di oggi. Fondamentale dunque che anche il Pnrr sia oggetto di revisione durante i negoziati europei», per renderlo «più compatibile con le esigenze dell’economia, appesantita dai rincari, dalla scarsità di materie prime e alimentari».

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