Il ricatto del governo al Centrodestra: Pnrr a rischio se il tetto al contante è di 2.000 euro

21 Feb 2022 19:52 - di Paolo Lami
bollette

E ora arriva il ricatto del governo (battuto sul limite del contante) a Fratelli d’Italia e al Centrodestra: se i target relativi al tetto al contante di 1.000 euro e all’aggiornamento del catasto non venissero centrati, fanno sapere alcune fonti governative, sarebbero a rischio i ragguardevoli fondi del Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, destinati all’Italia.

La bocciatura ad opera del Centrodestra della riduzione del tetto al contante con il limite di mille euro all’uso del cash nel decreto legge Milleproroghe prima, e adesso la minaccia di stralcio da Forza Italia e Lega della norma sulla revisione catastale nella delega fiscale imporrebbe, secondo fonti vicine al dossier, una riflessione sulla direzione che vuole prendere la maggioranza visto che in ballo ci sono ben 50 miliardi di risorse del Recovery solo per quest’anno, su un totale di 191,5 miliardi.

Un vero e proprio avvertimento all’opposizione a votare il tetto al contante come pretende il governo. Una cosa di una gravità inaudita.

“La modifica del dl Milleproroghe ha riportato a 2 mila euro il limite per l’utilizzo del contante per ogni singola transazione, contro le indicazioni del governo e votata anche da Lega e Forza Italia – ha avvertito Vincenzo Presutto, senatore dei Cinquestelle e membro della Commissione Bilancio al Senato. – Sono preoccupato poiché questa decisione è in netto contrasto con quelli che sono gli obiettivi del Pnrr“.

“Questa è almeno la decima modifica negli ultimi venti anni ed è pertanto necessario oggi definire una situazione chiara anche rispetto agli impegni con l’Unione Europea“, afferma Presutto spiegando che “il potenziamento dei pagamenti elettronici obbligatori è citato nel Recovery Plan e fa parte delle strategie di contrasto all’evasione fiscale, proprio anche mediante un abbassamento dei limiti legali per i pagamenti in contanti”.

Una narrazione che non sta in piedi visto che i veri evasori, le multinazionali tecnologiche, riescono a pagare tasse irrisorie e solo dal 2023 pagheranno un’aliquota del 15 per cento.

Basti pensare che nel 2019 un colosso come Amazon che ha avuto entrate per 4,5 miliardi di euro ha versato tasse per 234 milioni di euro.

Le tasse versate in Italia nel 2019  da Apple, Amazon, Facebook, Google, Airbnb e Booking ammontano complessivamente a 42 milioni di euro, briciole che dovrebbero far preoccupare il governo più del tetto di 2.000 euro al contante.

Ma c’è un altro ricatto sul Pnrr agitato dalla compagine governativa. E riguarda la riforma del catasto, intesa come aggiornamento degli estimi vecchi di 30 anni a valori di mercato.

Un’operazione di ‘mappatura‘ che verrà terminata nel 2026. Toccherà quindi ai prossimi governi l’eventuale decisione su una redistribuzione del prelievo sugli immobili che rispecchi il reale valore, a invarianza di gettito.

I due nodi pesano sul tavolo della maggioranza. E, per scioglierli, serve un accordo ai massimi livelli.

Intanto un nuovo confronto potrebbe arrivare già mercoledì in occasione dell’audizione del ministro dell’Economia Daniele Franco sullo stato di attuazione del Piano davanti alle Commissioni Bilancio, Finanze e Politiche Ue di Camera e Senato. Resta, ad aleggiare, questa minaccia contro Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega.

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