Di Maio, dalla gaffe al mea culpa: “Non dovevo definire Putin un animale, toni troppo alti”

4 Mar 2022 7:48 - di Marta Lima

Dalle invocazioni al dialogo, alla trattativa, a quelle accuse in tv a Putin, definito “peggio di un animale”, Luigi Di Maio aveva collezionato ieri la sua ennesima gaffe, ma dagli effetti diplomatici pericolosi per il ruolo da lui svolto. Parole che ieri sera il ministro degli Esteri, che nei giorni scorsi era stato a Mosca e Kiev nel tentativo di fare da mediatore nel conflitto poi divampato in Ucraina, ha cercato in qualche modo di rettificare, ammettendo di aver esagerato.

Di Maio frena su Putin: “Ho usato toni troppo alti”

Al presidente russo “non voglio rivolgere accuse o offese personali”, ma “ribadisco che la guerra di Putin in Ucraina è atroce e va fermata pIlortando al tavolo le parti e trovando una soluzione di pace con la diplomazia”, ha detto ieri Luigi Di Maio, a ‘Piazzapulita’ su La7. Quelle che arrivano dall’Ucraina, ha aggiunto Di Maio, “sono immagini che ti rimangono impresse e che non vedevano da 80 anni in Europa”.

E la definizione di animale data a Putin? “Guardi, sono il primo a dirlo: toni troppo alti. E un rappresentante delle istituzioni non dovrebbe mai rivolgersi in quel modo ad un altro rappresentante delle istituzioni. Però le posso dire questo: io ogni sera, qui nell’Unità di Crisi, faccio una riunione in cui, attraverso anche il nostro bravissimo ambasciatore d’Italia in Ucraina Zazo contiamo i morti, vediamo le bombe, quali ospedali o edifici civili hanno colpito, vediamo le famiglie ucraine sotto le bombe… sono immagini che ti rimangono impresse e che non vedevamo da 80 anni nel continente europeo”.

“Non siamo in guerra con Putin, sosteniamo il popolo, l’esercito e le istituzioni ucraini che hanno il diritto di difendersi”, ha poi aggiunto Di Maio. “Ma voglio mandare tutta la mia solidarietà e un grande abbraccio al popolo russo che manifesta nelle piazze e si fa arrestare per andare contro la guerra”.

 

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