Catasto, oggi resa dei conti alla Camera. Salvini ai suoi: «Così com’è la riforma non la votiamo»
Tenere la linea sul tema della riforma del catasto. Il casus belli (da ridere mentre fuori infuria la guerra, quella vera) che ha messo l’un contro l’altro armati Matteo Salvini e Mario Draghi, è annidato all’art. 6 della delega fiscale. La riforma del catasto è lì, pronta ad essere approvata dalla commissione Finanze della Camera. Un voto dall’esito più che incerto, dopo il “no” della sottosegretaria Guerra (nomen omen) alla richiesta di stralcio arrivata dalla Lega. Salvini ne ha preso atto, si è calato l’elmetto è ha ordinato ai suoi di tenere la linea. La questione è complessa, anzi spinosa, e rischia di investire l’intera maggioranza di governo perché in stretto collegamento con la Lega c’è Forza Italia.
A rischio l’approvazione in commissione Finanze
E, si sa, in questi casi le anime berlusconiane sono almeno due: quella dei ministri e quella dei parlamentari. I boatos di Montecitorio raccontano di un filo diretto tra Palazzo Chigi e Arcore sebbene non via sia alcun emendamento a firma Forza Italia. E qui il mistero s’infittisce: Draghi chiama il Cavaliere per chiedergli di mediare con Salvini o ne sonda la disponibilità per una più ridotta ma più compatta “maggioranza Ursula“? Un’ipotesi che trova qualche appiglio nell’agenda del governo in è cerchiata in rosso anche il voto sul Mes, il Meccanismo europeo di stabilità, che produce sui leghisti lo stesso effetto dell’aglio sui vampiri.