Alta tensione nel governo: Draghi tira dritto sulla riforma del catasto, la Lega diserta il Cdm

5 Ott 2021 17:11 - di Angelica Orlandi
Catasto Draghi

Il governo tira dritto sulla riforma del catasto e la Lega lascia il vertice. E’ alta la tensione nel Consiglio dei ministri. A quanto apprende l’Adnkronos, il governo ha appena dato il via libera alla delega fiscale. Il via libera è arrivato nonostante l’assenza della Lega. Al centro del tavolo del governo c’è la riforma fiscale con un occhio particolare a quella sul catasto. Che tante polemiche ha scatenato nei giorni scorsi. Il partito guidato da Matteo Salvini ha chiesto di togliere la revisione degli estimi catastali e puntare sull’emersione degli immobili non accatastali. “Per noi – spiega un ‘big’ del partito al Giornale – questa riforma è invotabile“. Il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, pertanto, ha abbandonato la cabina di regia chiedendo approfondimenti. Nella Lega, quindi, c’è un no fermo a questa riforma. (Qui la bozza).

Draghi tira dritto, Lega: “Un aumento della tesse sulla casa è impensabile”

Matteo Salvini, che pure all’indomani del risultato elettorale aveva subito ribadito “fedeltà” a  Mario Draghi, oggi dà uno scossone alla tenuta della composita maggioranza che sostiene il premier. Che dunque sul catasto ha tirato dritto.  “Dal governo ci aspettiamo un’accelerazione sui temi delle opportunità di lavoro, una revisione del reddito di cittadinanza e sicuramente  non ci aspettiamo passi indietro sul tema pensioni. Mentre un aumento delle tasse sulla casa con la riforma del catasto è impensabile”. Sono le parole del lieder leghista raccolte dal sito di Repubblica. E ancora: “La gente dal governo si aspetta risposte concrete, dunque meno tasse e nessuno pensi di rivedere il catasto o aumentare l’Imu. Cercherò di essere ancora più concreto e diretto”.

Cosa significa la riforma del catasto

La riforma degli estimi catastali significa un’ulteriore stangata sulla casa. Con la conseguenza di impoverire ulteriormente il ceto medio e medio-basso. Nella bozza della delega che contiene la riforma fiscale c’è scritto: il governo è delegato ad attuare “una integrazione delle informazioni presenti nel catasto dei fabbricati in tutto il territorio nazionale; da rendere disponibile a decorrere dal primo gennaio 2026″. In particolare, ogni unità immobiliare dovrà avere “meccanismi di adeguamento periodico dei valori patrimoniali e delle rendite delle unità immobiliari urbane; in relazione alla modificazione delle condizioni del mercato di riferimento e comunque non al di sopra del valore di mercato”.

L’impatto sull’Isee

Se il valore delle case viene rivalutato, aumenteranno tutte le tasse collegate alla proprietà della casa. Il cambio di classificazione  porterà a modificare la definizione di immobile di lusso e a ricomprendervi molte più case di quelle attuali.  Se si rivalutano le rendite catastali non solo infatti aumenterà l’Imu sulle seconde case del 128%: ma vi sarebbe un impatto anche sull’Isee. Scelta “contraddittoria” ” con quanto deciso dalla Nadef. Se nza tenere conto dell’opposizione espressa da Lega e Forza Italia; mentre il settore immobiliare avrebbe “urgente bisogno” di una riduzione dell’imposizione patrimoniale; e l’adeguamento per gli sgravi per gli affitti commerciali. Come ha dichiarato in una nota il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa.

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