Sorpresa, la legge Cirinnà è omofoba: i guai di una coppia gay costretta a rivolgersi alla Consulta

15 Feb 2022 10:29 - di Federica Argento
legge Cirinnà

Sorpresa, la legge Cirinnà è omofoba. La storia che giunge da una coppia di Lucca rivela il pasticcio della norma che si ritorce contro la pasionaria Pd dei diritti Lgbt. Una coppia gay si ritrova per “colpa” della normativa che porta il suo nome dal 2016 in un ginepario che alla fine nega la validità della loro unione. Com’è stato possibile? Possibilissimo, perché la parlamentare nello stendere la legge non ha valutato tutte le incongruenza di una legge salutata come la panacea di tutti i diritti; liberazione da un mondo retrogrado e bigotto. E che invece può generare un vero e proprio caos. Monica Cirinnà ora vada a parlare di diritti alla coppia di Lucca, ingabbiata proprio dalla sua imperizia.

La storia di una coppia gay dove uno dei due cambia sesso

La storia: due uomini lucchesi, approfittando appunto della legge Cirinnà, si sono uniti civilmente. Poi, nel corso del tempo,  uno dei due componenti della coppia ha deciso di cambiare sesso, diventando donna. A seguito di un intervento chirurgico la coppia gay è diventata una coppia composta da un uomo e da una donna. Per cui – è il racconto che riporta la Verità – la coppia divenuta eterosessuale ha deciso di «regolarizzare» la loro unione  attraverso un matrimonio vero e proprio. Quand’erano entrambi maschi, non potevano sposarsi. “Ma quando uno dei due è diventato legalmente donna, lo sposalizio s’ aveva da fare”. E invece no. Qui entra in gioco la legge Cirinnà a negare il sogno dei due. La domanda: “che succede a un’unione fra due persone omosessuali quando una delle due cambia sesso?”, riserva una bella sorpresa. L’unione non è più valida.

Due articoli della Legge Cirinnà generano un “pastrocchio”

Ci sono due articoli della legge del 2016 che fanno a cazzotti l’un con l’altro. L’articolo 26  recita: «La sentenza di rettificazione di attribuzione di sesso determina lo scioglimento dell’unione civile». Secondo l’articolo la loro unione non sussisterebbe più, annullata. Ma l’articolo 27 invece prescrive: «Alla rettificazione anagrafica di sesso, ove i coniugi abbiano manifestato la volontà di non sciogliere il matrimonio o di non cessarne gli effetti civili, consegue l’automatica instaurazione dell’unione civile tra persone dello stesso». Un contorcimento che lascia senza risposta certa la domanda: Che succede a un’unione fra due persone omosessuali quando una delle due cambia sesso?

L’unione gay viene sciolta, quella etero no

Alcuni legali civilisti interpellati dal quotidiano interpretano così: «L’unione civile può esistere solo tra persone dello stesso sesso; quindi, il cambiamento di sesso ne determina lo scioglimento. Il cambiamento di sesso tra due persone di sesso opposto, e dunque regolarmente sposati, invece determina la nascita dell’unione civile se questi ne hanno volontà». Semplificando. Se un uomo e uuna donna sono sposati regolarmente e uno dei due cambia sesso, allora il matrimonio si trasforma in unione civile. Non vale il contrario: “se due omosessuali sono invece uniti civilmente e uno dei due cambia sesso, il passaggio non è immediato”. Grazie al magico mondo della Cirinnà ora la coppia di Lucca si trova in una situazione sconcertante, con diritti negati su tutta la linea: secondo le norme non può sposarsi e – ancora più paradossale- vedrà decadere l’unione civile valida fino a poco prima.

Il caso concreto delimita che la tanto decantata fluidità di genere all’interno di leggi, oltretutto mal scritte, genera una confusione burocratico, specchio di una confusione esistenziale. Paradosso nel paradosso: la coppia si è rivolta al tribunale cittadino, dove il Giudice Giampaolo Fabbrizzi ha sollevato questioni di legittimità costituzionali proprio  all’articolo 26 della legge Cirinnà. Decidendo così di rivolgersi alla Consulta. Che dovrà stabilire se la coppia possa “liberarsi” dagli effetti della legge Cirinnà rivelatasi, nei suoi mendri, un po’ omofoba.

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