Open, babbo Renzi all’assalto del “giglio magico”: «Bianchi, Bonifazi e Boschi? Una banda Bassotti»

14 Feb 2022 18:26 - di Redazione
Renzi

Che il 2017 fosse stato per Matteo Renzi un annus horribilis non è un mistero per nessuno. Che lo fosse diventato, oltre che per il referendum perduto e le conseguenti dimissioni da premier, anche per una lettera scrittagli dal padre Tiziano è invece una notizia. Già, perché, più che una missiva, quella di babbo Renzi è un j’accuse contro l’intero “giglio magico” del figlio. La lettera esce fuori oggi poiché allegata agli atti dell’inchiesta Open nonostante la contrarietà della difesa. Viene infatti dal fascicolo relativo alle indagini sulle aziende gestite dallo stesso Tiziano Renzi senior e sua moglie Laura Bovoli. Segue di due settimane le dimissioni dell’ex-Rottamatore da Palazzo Chigi. I rapporti tra padre e figlio sono tesi, come rivela il tono risentito di Tiziano, le cui società sono nel mirino dei pm.

«E Carrai è un uomo falso»

«È dal tempo della provincia che non sono stato messo in condizione di fare un ragionamento completo con te – lamenta -. In questi anni ho avuto la netta percezione anzi la certezza di essere considerato un ostacolo e comunque un fastidio. Come sai, gli unici colloqui erano conditi di rimproveri di sfiducie preventive. Non ti scrivo certo per lamentarmi, anzi oggi provo tenerezza per te che malgrado le tue capacità e i tuoi doni vivi la fine di un’epoca. Voglio solo per tua informazione rendicontarti le mie azioni con completezza di motivazioni per comodità parlo di nomi». Quali? Quelli delle persone più vicine al figlio. «Carrai – scrive babbo Renzi – coerentemente non si deve mai più far vedere da me. È un uomo falso che mi dice che Del Fante, suo amico, non fa niente di niente e che mi dice che l’egiziano è pronto ad ascoltarlo.

La missiva è indirizzata a Matteo Renzi

E non solo non fa niente per post ma non mi difende contro un attacco oggettivamente non supportato da ragioni professionali». Poi è la volta di Bianchi, Bonifazi e Boschisono una banda bassotti che hanno davvero lucrato senza ritegno dalla posizione di accoliti tuoi»), a fronte dei quali, spiega, «io sono stato quello che è passato per ladro prendendolo nel c….». Infine, arrivano le questioni più familiari. Papà Tiziano non ha voglia di mollare le redini e risponde così al figlio che vorrebbe vederlo ai giardinetti coi nipotini. «Dopo una vita vissuta all’avventura mi ci manda il buon Dio, non te», replica ruvido il Senior. «Non solo perché mi sento ancora attivo mentalmente – spiega -, ma anche perché l’azienda che ha contribuito a sostenere di volta in volta chi, fra i figli, aveva bisogno, non può smettere di farlo. Ho vissuto l’ultimo anno con terrore. Non è servito a niente non posso andare avanti così».

 

 

 

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