Migranti, la mazzata Ue alle Ong: «L’Italia ha diritto di sanzionarvi». FdI: «Il governo che farà?»

22 Feb 2022 17:44 - di Luciana Delli Colli
navi ong

Anche le navi delle Ong devono rispettare le leggi e possono subire ispezioni e provvedimenti di fermo, anche perché possono «rappresentare, in determinate circostanze, un pericolo per le persone, le cose o l’ambiente». È servito un parere dell’avvocato generale della Corte di Giustizia Ue per affermarlo, ma alla fine è stato affermato. In particolare, la Corte è stata investita di un caso avvenuto in Italia e riguardante la Sea Watch. Quella, tra gli altri, di Carola Rackete.

Quello che rivelarono le ispezioni alle Sea Watch

Nell’estate del 2020le Capitanerie di Porto di Palermo e Porto Empedocle ispezionarono le navi Sea Watch 3 e 4 n. Nel suo parere l’avvocato generale, Athanasios Rantos, ha sottolineato che le ispezioni delle Capitanerie, che rispondo al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, rivelarono una serie di «carenze tecniche e operative», alcune delle quali comportavano un «rischio manifesto» per «la sicurezza, la salute o l’ambiente», ragion per cui le due Capitanerie disposero il fermo delle imbarcazioni.

Dalle Ong pratiche che «possono rappresentare un pericolo»

Sea Watch fece ricorso al Tar, il quale ha interrogato la Corte, anche per chiarire la portata dei poteri dello Stato di approdo. Per l’avvocato generale della Corte Ue, tra l’altro, un’ispezione supplementare da parte dello Stato di approdo, l’Italia in questo caso, può essere giustificata dal fatto che una nave che trasporta «sistematicamente» un numero di persone superiore al numero massimo trasportabile in base ai suoi certificati «può rappresentare, in determinate circostanze, un pericolo per le persone, le cose o l’ambiente».

Le navi delle Ong non sono al di sopra della legge

Dunque, ha avvertito l’avvocato generale della Corte di Giustizia Ue nel suo parere, non vincolante per i giudici, il «semplice fatto» che una nave, come quelle dell’Ong Sea Watch, sia «sistematicamente» impegnata nel salvare le persone in mare, «non la esonera» dall’obbligo di rispettare le norme del diritto internazionale e del diritto Ue e non le impedisce di essere colpita da provvedimenti di fermo.

«Finalmente si riaffermano legalità e sovranità degli Stati»

«Secondo l’avvocato generale della Corte di Giustizia europea anche le navi delle Ong che svolgono, più o meno consapevolmente, servizio di taxi del mare, fiancheggiando di fatto gli scafisti, sono soggette ai controlli dello Stato di approdo. Finalmente, come ha sempre detto Fratelli d’Italia, si riafferma il diritto sovrano degli Stati al controllo delle zone marittime di pertinenza, alla difesa dei confini, della sicurezza e della legalità», ha commentato il deputato e capogruppo di FdI in commissione Esteri, Andrea Delmastro, sottolineando ancora che «finalmente si ripristina la legalità e la sovranità degli Stati sui deliri immigrazionisti di certa sinistra».

Delmastro: «Il governo ne prenderà atto?»

«Il governo – ha aggiunto Delmastro – ne prenderà atto, difenderà sovranità, legalità e confini nel Mediterraneo o fingerà di non sapere per tenere unita la sua dilaniata maggioranza a detrimento degli interessi dell’Italia? È il momento che le forze di centrodestra al governo – ha concluso l’esponente di FdI – battano un colpo e diano un segno di vita: noi, come sempre, per la difesa dei confini, noi ci siamo».

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