M5S “decapitato”, Grillo impone il silenzio e Conte dà forfait a Vespa. Vaccaro: “Decide solo Beppe”

8 Feb 2022 15:27 - di Redazione
Conte

Meglio non metterci la faccia. Almeno per il momento. Meglio lasciar decantare la situazione, fare mente locale, abbozzare un exit strategy e infine esporsi. Vive davvero giorni difficili Giuseppe Conte dopo l’ordinanza del tribunale di Napoli che ha di fatto annullato la sua elezione a capo politico del M5S. Al punto da consigliargli (così assicurano fonti Rai) di dare forfait a Bruno Vespa che lo aveva in scaletta per stasera quale ospite a Porta a Porta.  In compenso, a parlare con la stampa provvede il suo legale Francesco Astone. È proprio lui a contestare la descrizione di un M5S “decapitato“: «È solo un’immagine di fantasia  usata dai giornalisti».

Il legale di Conte: «Dal tribunale solo una sospensione»

Sarà, ma è incontestabile che da ieri pomeriggio il MoVimento sia acefalo, dal momento che, accogliendo il ricorso degli attivisti, il tribunale di fatto raso al suolo la leadership interna di Conte.  «È una mera sospensione – obietta il legale -. Siamo in attesa della definizione del giudizio, poi leggeremo la sentenza. Il partito ha certamente un leader, ma non compete a me dirlo». Inutile sottolineare che sull’esito della contesa in carta bollata Astone si professa «assolutamente fiducioso». Nel frattempo, tuttavia, c’è da mettere mano agli adempimenti per partecipare alle prossime elezioni comunali.

Di Maio resta in agguato

Con Conte azzoppato, chi firmerà in sua vece gli atti necessari alla presentazione delle liste? Lo stesso Beppe Grillo ha dovuto ammettere che «la situazione è molto complicata». È il motivo per cui ha imposto ai suoi la consegna del silenzio, anche se non tutti l’hanno rispettata. È il caso del senatore napoletano Sergio Vaccaro. «In questa fase – ha detto intervenendo a Studio Mattina, su Canale 9l’unico legittimato a prendere iniziative, che ci saranno, e a consultare la base degli iscritti è Grillo». Facile a dirsi, più difficile a farsi. Anche perché il M5S non è più quello di un tempo. E tutto autorizza a pensare che Di Maio, da tempo in fronda contro Conte, non si lascerà sfuggire l’occasione per ritornare capo dei grillini.

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