Il Pd terrorizzato dal centrodestra. Mossa disperata di Franceschini: «Spingiamo la Lega al centro»

5 Feb 2022 15:17 - di Viola Longo
franceschini

Non paghi degli ammiccamenti a Forza Italia, ora dal Pd vogliono dire anche alla Lega come deve comportarsi. A uscire allo scoperto è Dario Franceschini, secondo il quale «è innaturale che due partiti del 20% (Lega e FdI, ndr) presidino la stessa area di destra. C’è uno spazio al centro, più ampio di quello che occupa Forza Italia. Ecco, penso che la Lega vada aiutata a spostarsi lì. Ritengo sia nell’interesse di tutti, anche di Berlusconi, che diventi un normale partito conservatore, a suo modo inserito nell’orbita del popolarismo europeo».

Altro che “tifo” per la Lega, il Pd tifa solo per il Pd

Il ragionamento del ministro della Cultura è riportato in un articolo di Francesco Verdarami sul Corriere della Sera di oggi, intitolato «Franceschini “tifa” per la Lega: troppi due partiti da 20% a destra, ora aiutiamola a spostarsi verso il centro». In realtà, più che un “tifo” per la Lega quello del ministro Pd sembra proprio il solito tifo per far rimanere il proprio partito al potere a tutti costi, iniziando ad «apparecchiare», come nota Dagospia rilanciando l’articolo, «il prossimo governo delle larghe intese». Uno scenario che si può realizzare solo passando per il proporzionale e puntando sul tentativo di “cancellazione” preventiva del centrodestra come coalizione, che – come dimostrano i sondaggi – resta maggioranza nel Paese e, quindi, destinato a vincere in una competizione elettorale.

La narrazione di Franceschini

Certo, Franceschini la mette in tutt’altro modo. Parla di superamento della logica del «nemico alle porte», della necessità e della possibilità di superare il «vecchio schema» delle campagne elettorali fatte di contrapposizioni feroci, di vantaggio per il «sistema democratico» per giungere finalmente al fantomatico «modello di democrazia matura di stampo europeo». Tutte condizioni che oggi si possono realizzare grazie al governo delle larghe intese, sostiene il ministro della Cultura, invitando quindi a sostenere lo spostamento al centro della Lega.

Un discorso privo di credibilità

È evidente che un discorso così fatto da un alto dirigente di un partito che non ha mancato campagna elettorale per fare del «nemico alle porte» il suo primo e spesso unico argomento ha una credibilità pari a zero. E che questa credibilità pari a zero finisce per sprofondare nei numeri negativi quando quello stesso partito ha dimostrato in tutte le occasioni possibili di avere a cuore unicamente la propria permanenza al potere, con buona pace di tutte le regole base della democrazia, più o meno matura che sia.

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