Legge elettorale, Prodi boccia il proporzionale e le strategie dem: “Solo il maggioritario dà stabilità”

5 Feb 2022 12:29 - di Giovanni Pasero
Prodi legge elettorale

Sull’ennesimo cambiamento alla legge elettorale, Romano Prodi attacca il Pd e le tentazioni di ritorno al proporzionale. «Abbiamo avuto un grande cambiamento, la legge dei sindaci, prima era tutto un caos», dice l’ex premier a Rainews24. «Io dico con la massima semplicità che serve un maggioritario con il doppio turno, sono solo, tutti dicono proporzionale, io cerco di capire ma non riesco perché la stabilità si fa con il doppio turno». Il Professore chiede: «Vogliamo la stabilità? La stabilità si fa con una legge simile a quella dei sindaci. Abbiamo una esperienza positiva, la volgiamo utilizzare?».

Prodi: “La legge elettorale va scritta per l’eternità, non per le elezioni successive”

Una solenne bocciatura del Pd e della strategia di Enrico Letta, che Prodi sintetizza in questi termini. «Io non guardo alla posizione dei singoli partiti. La legge elettorale va fatta per l’eternita non per le elezioni successive». Tattica che, al momento, sembra adottare il Pd, preoccupato solo di assicurarsi che il centrodestra non vinca le prossime elezioni.

“Se la sinistra non sa unirsi, è meglio che perda”

«Se non si impara la lezione che la sinistra vince solo se unisce, allora è meglio che perda.  Si deve imparare dalla storia, io sono tranquillo. C’è qualche ipotesi di questo tipo, l’avvicinamento di Bersani a Letta, un dialogo che si fa più fitto. Ma poi c’è qualcuno che dice, vanno troppo a sinistra. Ma quando si creano pariti con grandi dimensioni la mediazione c’è sempre, non si va mai agli estremi», ha aggiunto il Professore.

Ma non c’è solo la legge elettorale ad appassionare Prodi. L’ex premier non ha ovviamente lesinato i suoi strali nei confronti del campo avverso e del suo storico rivale, Silvio Berlusconi. Dall’elezione del capo dello Stato «la destra che sembrava un corpo unito si picchia come i burattini siciliani, come i Pupi. Non c’è bisogno di una analisi, il problema è vedere come va avanti il gioco in futuro. Per questo si parla di legge elettorale, è necessario». Poi, riferendosi al Cavaliere, per il nuovo centro, Berlusconi «può essere un punto di aggregazione, glielo auguro. Però con quale programma?».

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