Quirinale, la “road map” di Fontana (Lega): «Un presidente di centrodestra scelto con Iv e M5S»

8 Gen 2022 8:54 - di Michele Pezza
Fontana

Le prime votazioni compatti su Berlusconi e poi via all’intesa con Italia Viva e M5S per eleggere una personalità proposta dal centrodestra. È questa in sintesi la road map per il Quirinale tracciata, in un’intervista a Repubblica, dal vicesegretario della Lega Lorenzo Fontana (nella foto). «Il Cavaliere – spiega – è un candidato importante e godrà del nostro sostegno nelle prime votazioni. Partiamo da una base di 450 grandi elettori. Sono tanti, tuttavia non bastano per eleggerlo». Parole che certamente non faranno fare salti di gioia all’ex-premier.

Fontana: «Se Berlusconi non ce la farà»

Lo schema di Fontana, infatti, delinea una sorta di “premio alla carriera” che è quanto di più lontano dagli obiettivi del leader di Forza Italia. È evidente che il leghista attribuisca poche chance alla sua (per altro non ancora ufficiale) candidatura. Molto più interessante è sicuramente la motivazione attraverso cui Fontana giunge all’individuazione dei due “compagni di viaggio” del centrodestra nell’avventura del Quirinale, e cioè Renzi e Conte. «Italia Viva – argomenta infatti il vice di Salviniè il gruppo che più si avvicina al centrodestra, dopo il Misto». Quanto al M5S, «è il gruppo di maggioranza relativa».

«Draghi resti dov’è»

Sempre che, ovviamente, Conte sia effettivamente in grado di controllarlo e spingerlo a votare più o meno compitamente un determinato nome, il che non pare, almeno oggi. Comunque sia, Fontana è molto chiaro nell’escludere che il prescelto di Lega, FdI e Forza Italia da sottoporre al vaglio di Iv e 5Stelle possa essere Mario Draghi. «Preferirei che rimanesse lì dov’è – taglia corto -. In questo momento di emergenza sanitaria serve che il governo sia operativo». Una mossa accorta, che sembra quasi la contropartita da offrire ai due possibili “alleati“. Né Italia Viva né il M5S sono disposti ad eleggere Draghi al Colle per il semplice fatto che temono le elezioni anticipate come la peste. Eliminarle subito dalla trattativa è quasi un passo obbligato. Il resto, come cantava Battisti, “lo scopriremo solo vivendo“.

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