Lollobrigida: “Un patriota al Colle per noi è fondamentale. Berlusconi ha difeso gli interessi nazionali”
Per la prima volta il centrodestra ha la possibilità di dare le carte per il Colle. E la coalizione è l’unica a presentarsi unita e compatta all’appuntamento con l’elezione del Capo dello Stato che avrà nel 24 gennaio la data d’inizio delle votazioni. Il M5s non sa ancora che pesci prendere e insiste di nuovo su Mattarella; il Pd è spaccato tra chi vorrebbe spingere Draghi al Colle (Letta) e chi trema solo all’idea di un cambio di schema nel governo. Il centrodestra punta invece con chiarezza su Berlusconi; ma soprattutto ha le idee chiare sul profilo del prossimo inquilino del Colle più alto. Ed è stato il partito di Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia ad aprire un fronte di dibattito “alto”proprio sull’identikit che si auspica possa avere il futoro presidente della repubblica. Lo ribadisce in un’intervista a Libero Francesco Lollobrigida, il capogruppo di Fdi alla Camera.
Quirinale, Lollobrigida: “Un patriota? Per noi è scontato, per altri meno”
«Un patriota al Quirinale», lanciato dalla leader di FdI al raduno di Atreju, è stato il tema che ha dettato i ritmi del dibattito sul Quirinale. «Per noi è un fatto scontato», spiega Francesco Lollobrigida. Il patriottismo, ossia avere a cuore gli interessi generali prima che gli interessi di parte, è il dispositivo fondamentale per garantire proprio in questa fase storica – dove lo Stato ha chiesto tanto ai cittadini – la tenuta, la coesione, la piena rappresentatività di questa Nazione». Il capopgruppo lo ribadisce forte e chiaro. Evidenziando anche l’imbarazzo che l’espressione “patriota” ha causato nel Pd, che ha avuto difficoltà a trovare un patriota “vivente”. «Ci credo – dice Lollobrigida- . E’ difficile per il Pd trovare nelle loro fila “viventi” che interpretino questo sentimento: poiché negli ultimi anni è stato il partito che si è contraddistinto di più nell’indebolimento della nostra Nazione: da ogni punto di vista».
Quirinale, Lollobrigida: “Per FdI l’importante è un centrodestra coeso”
Tornando a Berlusconi Lollobrigida chiarisce: «Il centrodestra è al lavoro. Berlusconi certamente è un uomo che ha difeso gli interessi nazionali quando era al Governo. Se il centrodestra scegliesse altre strade per noi ha molta importanza che resti coeso». E’ questa la dimensione essenziale che auspica FdI. E sull’ipotesi di un prolungamento di “ruolo” per Mattarella è chiaro. «La rielezione di un Presidente non può diventare una prassi e lo stesso Mattarella ha escluso questa possibilità. Le forze politiche devono avere coraggio e senso di responsabilità nello scegliere il nuovo Capo dello Stato; ed escludo questa possa essere una soluzione che soddisfi queste condizioni». Giorgia Meloni subito dopo il discorsi di fine anno aveva già dettato la linea: “Se qualcuno volesse nuovamente utilizzare l’allarme Covid, per indurre il presidente a modificare il suo pensiero e riproporne strumentalmente la rielezione, sappia che Fratelli d’Italia sarebbe contraria. Con rispetto ma con altrettanta fermezza“.
Gli scenari con Draghi al Colle
Lo scenario che si propone di un Mario Draghi al Quirinale porta con sé due conseguenze. «Potrebbero accadere due cose: o che venga eletto – e sarebbe la fine del governo dell’accozzaglia – o che non venga eletto – è il ragionamento del capogruppo di FdI. “Ciò significherebbe la sfiducia della sua stessa maggioranza. Uno scenario dove difficilmente resterebbe in piedi l’attuale governo». Due ipotesi non sgradite a FdI, ma con due precisazioni che Lollobrigida sottolinea per spiegare la posizione di FdI:
“Ipotesi valutabile solo nell’ottica di un ritorno al voto”
«Non facciamo confusione. L’ipotesi di Draghi presidente, per ciò che ci riguarda, è valutabile solo nell’ottica esclusiva di un ritorno al voto immediato. Perché il primo problema in Italia è la mancanza di un governo frutto di una maggioranza omogenea che abbia valori, idee e visioni coerenti per disegnare il futuro della Nazione. Un governo dal quale conseguono provvedimenti efficaci e non compromessi al ribasso come la manovra appena votata». Ai retroscenisti che in queti giorni sostengono che tale ipotesi – Draghi al Colle- sarebbe uno “scudo” in caso di vittoria e di premiership Meloni, risponde netto: «Noi crediamo nello “scudo” fornito dal popolo. In nome di questo e dei suoi interessi bisogna scegliere: per questo Giorgia ha parlato di un Presidente che abbia tutto ciò nel suo dna».