Governo dei leader, il Pd gela Salvini: «Non se ne parla». La replica: «È proprio il partito del “no”»
In teoria starebbero cercando un punto d’incontro sulla partita del Quirinale prima che si trasformi in un rompicapo. Nella realtà litigano sul governo che verrà. È così: Lega e Pd sono ai ferri corti dopo che ieri, dagli studi di Porta a Porta, Matteo Salvini ha lanciato l’idea di un esecutivo retto da Draghi con dentro i leader di partito. «È tattica», tagliano corto dal Pd. Al Nazareno interpretano la sortita del leader leghista come un diversivo: «Butta la palla in tribuna mentre il dibattito nel centrodestra è congelato dalla candidatura al Colle di Berlusconi». Ma è una chiave di lettura sdegnosamente respinta dai salviniani.
Salvini lo ha proposto per l’ultimo anno di legislatura
«Il Pd – replicano – si conferma il partito dei “no“. Ha detto “no” al tavolo dei leader, all’impegno diretto dei segretari a sostegno di Draghi, al tavolo per l’energia e, infine, a una personalità di centrodestra per il Quirinale. Chi dice sempre e solo “no”, non aiuta l’Italia». Il problema non è il governo ma il Colle. Il Pd non accetterà alcuna proposta fintanto resterà in campo la candidatura del Cavaliere. Ovviamente, Letta e compagni voglio evitare di apparire come quelli che pongono veti sulla persona Berlusconi e s’industriano a cercare una motivazione politica. «Se parli di governo dei leader e contemporaneamente tieni in campo una proposta definita con Giorgia Meloni – dicono a Salvini – non sei credibile».
Ma i dem vogliono solo eliminare l’ipotesi Berlusconi al Colle
La «proposta» è, appunto, la candidatura del Cavaliere al Quirinale. È il motivo per cui i dem hanno accolto con favore la notizia, diffusa dallo stesso Salvini, della convocazione per venerdì prossimo del vertice del centrodestra. «Questo aiuta sicuramente il chiarimento e speriamo avvicini l’inizio di una discussione vera sul Quirinale e su un patto di legislatura – hanno fatto sapere -. La faremo animati da spirito costruttivo». Ma Berlusconi è un rebus anche per una parte del centrodestra. Non è tanto in discussione la sua candidatura quanto la sua riuscita. FdI, Lega e le formazioni centriste prima di farne una bandiera irrinunciabile vogliono capire se potrà effettivamente sventolare. Una certezza che (forse) arriverà venerdì.