Zaia, siluro ai No vax: il Paese è spaccato. C’è una parte anarchica, insofferente a legge e buon senso

13 Dic 2021 12:25 - di Lara Rastellino
Zaia

Luca Zaia lo ha scritto nel suo ultimo libro: Ragioniamoci sopra. Dalla pandemia all’autonomia. Lo ha ribadito ad ogni intervento pubblico. Lo acclara puntualmente presentando bollettini giornalieri e lanciando l’allarme tute le volte che è ospite in tv. Insomma, non si può dire che il governatore veneto si sia lasciato intimorire da intimidazioni e minacce che i No vax ultimamente gli hanno rivolto a piè sospinto… E così oggi, in un’ampia intervista rilasciata a Libero, il presidente di Regione rilancia, una volta di più, il suo pensiero sull’aumento dei contagi nella Regione che governa e sulle criticità a rischio endemico che gravitano intorno alla pandemia. E torna a pungere anti-vaccino e No Green Pass: «C’è una realtà anarchica nel Paese, insofferente alle regole e anche con connotati di violenza. I No Green Pass di oggi sono i No mask di ieri: è tutto un no-Italia che si tiene insieme»…

Zaia a tutto campo in un’intervista a “Libero”

Una convinzione, dunque, che il presidente della Regione Veneto rilancia in un’intervista a Libero, collegandosi a quanto enucleato più approfonditamente nel suo ultimo libro edito da Marsilio Ragioniamoci sopra. Dalla pandemia all’autonomia: «In realtà una raccolta dei pensieri che io mi appunto tutti i giorni – spiega – fermando le considerazioni che il mio lavoro mi suggerisce». Illustrando come Zaia ha affrontato l’epidemia attraverso «scelte che si sono rivelate corrette, ma che potevano costarmi caro. Io ho un ottimo rapporto con i magistrati, ma se fosse stato vero quello che diceva il governo giallorosso, ai tempi in cui io prendevo queste decisioni estreme, oggi anziché presentare il mio libro dovrei presentare memorie difensive in tribunale, per rispondere di spreco del denaro pubblico. Il lombardo Fontana fu accusato di danneggiare l’Italia per il video sulla mascherina. Cosa avrebbero detto a me che ho chiuso il Carnevale di Venezia?».

Il virus come un Bing Bang: «Ha fatto emergere una comunità nazionale spaccata»

Poi, entrando nel vivo della materia, Zaia incalza: «Il virus è stato un Big Bang. Come tutti i fenomeni sconvolgenti, fa emergere quello che nella società era nascosto e lascerà cambiamenti definitivi. L’Italia, come dimostrano i dati dei contagi e dei ricoveri, ha avuto una reazione straordinaria alla pandemia. Eppure ormai è palese che in questo Paese alberga una filosofia. Un modo di vedere le cose, in base al quale qualsiasi indicazione dell’autorità pubblica viene percepita da alcuni cittadini come una violenza. E non parlo solo dei vaccini, sui quali sono fiorite teorie folli, ma anche della semplice richiesta di indossare delle mascherine per cautelarsi». Un discorso che Zaia declina alle comunità familiari e amicali della popolazione. E che estende su scala nazionale: «Abbiamo scoperto che la comunità nazionale è spaccata, si rompono amicizie e relazioni parentali. Abbiamo capito che c’è una parte della popolazione che non accetta indicazioni neppure in emergenza».

Le responsabilità di una parte della politica che ha provato a strumentalizzare il Covid

Una situazione di confusione e anarchia in gran parte frutto, a detta del governatore, di «certa politica che – afferma il presidente del Veneto – ha provato a strumentalizzare il Covid. Ricordo gli attacchi ai governatori leghisti, accusati di razzismo perché volevano chiudere le frontiere. E poi l’insana competizione inscenata dall’esecutivo giallorosso contro le Regioni, che invece sono state la salvezza. La verità è che la riforma che davvero servirebbe è quella di cui nessuno parla mai: un ripensamento culturale del Paese. Che deve finirla di essere la culla delle fazioni e diventare un popolo di cittadini che hanno a cuore il bene comune».

Zaia: urge pacificazione sociale. »Impensabile usare la forza pubblica per vaccinare i cittadini»

E ancora: «Io non sono mai stato un moralista, però certe miserie politiche e intellettuali mi hanno indignato. È urgente una pacificazione sociale. Quando un politico propone una misura eccezionale deve subito spiegare come intende applicarla. Non siamo in Cina: da noi è impensabile usare la forza pubblica per vaccinare i cittadini. E allora, cosa si prefigge chi vuole introdurre l’obbligo? L’obbligo c’è già per alcune categorie: come i sanitari e le forze dell’ordine, ma non ha sortito l’effetto di far vaccinare tutti». Infine, andando al nocciolo della questione, riguardo i No vax, Zaia torna a pungere: «Dobbiamo smetterla di fare i talebani del vaccino e spiegare che non è sbagliato avere paura. Anche io l’ho avuta, ero consapevole di iniettarmi un farmaco. Però credo nella scienza. E so che i benefici sono superiori ai rischi, che sono davvero minimi. Però non parliamo già di quarta dose quando dobbiamo convincere le persone a fare la terza. Altrimenti facciamo cascare le braccia ai cittadini, che si sentono delle cavie. Quando invece questi vaccini sono straordinari, ma la gente ne ignora la modernità».

E torna a pungere i No vax…

«Io sono pro vax – conclude il governatore –. In Veneto abbiamo il 15% di popolazione non vaccinata. Ma tra i ricoverati i non immunizzati sono l’83%. Significa che chi non ha fatto l’iniezione ha 40 volte in più le probabilità di finire in terapia intensiva rispetto a un vaccinato. Aggiungo che tra i ricoverati No vax ci sono molti 50-60enni. Mentre gli intubati vaccinati sono tutti anziani con altre malattie. Se tutti i veneti fossero vaccinati non avrei più di tre persone in terapia intensiva a provincia. Bisognerebbe semplicemente spiegare alla gente che il virus diventerà endemico. E chi vorrà dovrà farsi una vaccinazione di richiamo tutti gli anni, come con l’influenza».

 

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