Prima vittima della Omicron in Inghilterra. Boris Johnson: basta parlare di versione più lieve del virus

13 Dic 2021 14:52 - di Greta Paolucci
Omicron Gran Bretagna

Dopo giorni di allarme e di paura, oggi il primo ministro britannico, Boris Johnson, ha annunciato la morte nel Regno Unito di almeno una persona contagiata con la variante Omicron. «Purtroppo Omicron sta causando molte ospedalizzazioni. E purtroppo è confermato che almeno un paziente è morto a causa dell’ultima variante sudafricana», ha dichiarato Johnson durante una visita a un centro di vaccinazione vicino Paddington, a Londra. «Quindi penso che l’idea che questa sia in qualche modo una versione più lieve del virus debba essere messa da parte e riconoscere semplicemente il ritmo con cui accelera tra la popolazione. Quindi la cosa migliore che possiamo fare è il booster», ha aggiunto il primo ministro nel suo annuncio che i media locali hanno rilanciato.

Gran Bretagna, Omicron: Johnson annuncia la prima vittima della variante sudafricana

La situazione è grave. E il Regno Unito lancia l’allarme ormai da giorni. Un allarme che, solo qualche ora fa, la notizia del primo decesso di un paziente con la variante Omicron, ha ulteriormente rilanciato. L’ultima mutazione sudafricana del Sars-Cov-2 al momento è la causa del 40% di tutti i nuovi casi di Covid-19 a Londra, ha aggiunto non a caso nel suo messaggio il primo ministro britannico, Boris Johnson. Spiegando che la variante presto sarà dominante nella capitale. «Il rischio è chiaramente lì, ora possiamo vedere l’impennata di Omicron a Londra e in altre parti del Paese», ha dichiarato Johnson durante la sua visita a un centro di vaccinazione. Concludendo: «E se qui nella capitale rappresenta probabilmente circa il 40% dei casi. Entro domani sarà la maggioranza dei casi. Sta aumentando continuamente»…

La speranza in un’antivirale sperimentale: secondo i primi dati contrasta anche l’ultima variante

Nel frattempo, almeno, dal fronte della ricerca sceintifica e della sperimentazione farmacologica, arriva una buona notizia. Sembra che l’antivirale sperimentale Ensovibep sia in grado di contrastare anche la variante Omicron di Sars-CoV-2. La notizia emerge da test preclinici condotti sul farmaco, al centro del trial di fase 2-3 Empathy. Un processo che vede collaborare le aziende svizzere Novartis e Molecular Partners. Ensovibep, che nell’obiettivo degli sviluppatori andrà somministrato a pazienti Covid nelle prime fasi dell’infezione, per prevenire il peggioramento dei sintomi e il ricovero, «mantiene una completa capacità di neutralizzazione degli pseudovirus che contengono mutazioni identiche a quelle della variante Omicron». Lo ha annunciato Molecular Partners, sulla base di uno studio che gli autori puntano a pubblicare su una rivista peer-reviewed. Un lavoro che rinfocola le speranze.

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