“I trans non sono donne”, scatta la furia del politicamente corretto: studentessa deve cambiare città

29 Dic 2021 14:09 - di Angelica Orlandi
I trans non sono donne

“I trans non sono donne”. Su Lisa Keogh, una studentessa di 29 anni e madre di due figli, si è riversata una valanga d’odio per avere espresso un’opinione. Stava frequentando una lezione online su genere e  femminismo presso la facoltà di Giurisprudenza dell’Abertay University di Dundee, Scozia. Quando ha espresso una semplice e banale critica. Ciò che stava sentendo non la convinceva. “Stavamo parlando di diritti per le donne, e ho detto che non credo che una donna transgender sia davvero una donna”, ha detto la Keogh.

“I trans non sono donne”: la studentessa dovrà lasciare Dundee

“Ho detto che la mia definizione di donna è qualcuno con una vagina” ha sottolineato la studentessa affermando, in disaccordo con un altro punto di vista espresso nello stesso incontro, che non tutti gli uomini sono stupratori. Non è consentito di esprimersi in tal modo e sulla donna è esplosa la follia woke, come riportato dal sito scozzese RealClearinvestigations .

Vietato esprimere liberamente un’opinione: capita all’Università di Dundee, Scozia

La libertà di espressione è minacciata dal politicamente corretto che dall’america ha fatto proseliti. Parlare ed esprimere idee e dissenso è pericoloso. Non si è ancora attutita l’eco del caso di  Kathleen Stock, professoressa di Filosofia dell’Università del Sussex, nel Regno Unito.  costretta a dimettersi dopo una lunga serie di minacce e insulti. La docente, lesbica e femminista con una moglie e due figlie aveva detto una cosa di buon senso: il sesso biologico rimane predominante e le persone transgender non dovrebbero frequentare gli spazi riservati alle donne come spogliatoi e bagni. Lo ricorda il Giornale, parlando del nuovo caso di Scozia. Ebbene, si sono scatenate le ire transgender e ha dovuto abbandonare il suo luogo di lavoro. Non senza una pavida presa d’atto da parte delle istituzioni e dai colleghi di lavoro.

Una follia nella follia: la ragazza dovrà lasciare la città

Tornando alla studentessa scozzese, anche per lei è scattata la gogna. L’università Abertay ha avviato un’indagine formale.  E già questo sembra surreale che una discussione su un’opinione espressa abbia portato l’ateneo a perseguire la 29enne. Sarebbe surreale se non fosse ormai la triste realtà perversa che accompagna ormai da tempo l’ideologia woke, “totalitaria proprio perché non ammette né dialettica né opinioni differenti. Dopo due mesi passati a spiegare la sua posizione al comitato etico dell’università, Lisa Keogh è stata scagionata da ogni accusa”, riporta il Giornale. Una storia finita bene? Macché. Il trattamento indecente subito dalla donna ha lasciato dei segni.

“I trans non sono donne”: la studentessa ha ora difficoltà a trovare lavoro

Come scrive il sito RealClearInvestigations, Keogh dovrà lasciare la città. Lei coraggiosamente ha intentato una causa contro l’università per lo stress psicologico provocatole dall’intera vicenda. E il  danneggiamento subito per  le sue possibilità di ottenere un lavoro. “Sono diventata una figura piuttosto controversa”, spiega Keogh. “Qualcuno, in uno studio legale, mi ha spiegato che gli avvocati non possono nemmeno dire di essere d’accordo con quello che sostengo. Un’amica mi ha detto che non ha alcun senso cercare lavoro a Dundee“. La ex studentessa se ne andrà altrove, sperando che l’inquisizione politicamente corretta non la segua e non le rovini la vita più di quanto ha già fatto finora.

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