Elogio dei “caregiver” italiani che assistono i parenti malati: eroi silenziosi e baricentro delle famiglie
Riceviamo dal giornalista Lorenzo Peluso e volentieri pubblichiamo.
Eroi silenziosi. C’è una parte di italiani di cui nessuno parla mai. Ci sono vite interrotte di cui nessuno conosce nulla e delle quali a pochi importa. Se così non è, forse dipende dal fatto che nelle nostre individualità preferiamo non vedere e non sapere. E’ l’Italia degli eroi silenziosi e soli. Coloro che nella solitudine delle mura domestiche si prendono cura di anziani, malati, disabili. Persone che spesso per scelta, avvolte per necessità, hanno rinunciato alle proprie vite per dedicarle ad altri, persone care, genitori, fratelli, figli, che assorbono e consumano oltre che le loro vite, anche quelle di chi li assiste in silenzio.
I “caregiver” sono eroi silenziosi
Sono eroi, si. Lo sono perché non chiedono nulla ed in cambio offrono le loro stesse esistenze annientando le loro vite, cancellando la normalità di ogni esistenza giorno dopo giorno. Lo fanno spesso inconsapevoli del danno che inducono alle loro esistenze che si cancellano giorno dopo giorno. Ma non si lamentano, non chiedono nulla. Incompresi dagli altri, lasciati nell’indifferenza della società che nel mentre si arrovella nella banalità dell’insoddisfazione del vivere. Li chiamano ultimamente caregiver; persone che svolgono attività di assistenza per qualcun altro in condizioni di non autosufficienza. Nella maggior parte dei casi si tratta di caregiver famigliari, ovvero un parente che si prende cura di familiare con necessità di assistenza continua e che si impegna nelle attività quotidiane di aiuto dell’assistito. Attenzione però, perché il caregiver non è quindi una figura professionale esterna e, di conseguenza, pagata per il servizio che offre, ma una persona comune che, per scelta o necessità, deve assistere un suo caro e affrontare le problematiche del caso, in solitudine.
La solitudine di chi si dedica agli altri
Persone che sono dinanzi ad una scelta difficile: il ricovero presso una casa di riposo del proprio congiunto oppure occuparsi della stessa persona, rinunciando al vivere. Vivono nella simbiosi perfetta delle necessità del loro caro bisognoso di cure ed assistenza. Le loro notti sono fatte non di riposo e sonno, ma di continui interventi all’assistito che non distingue la notte dal giorno. Notti trascorse svegli a tentare di dare sollievo a coloro che soffrono, nel contempo infliggendosi sofferenze al corpo ed alla psiche. Giornate trascorse a prendersi cura di persone che hanno bisogno di tutto, dalle esigenze fisiologiche alle divagazioni della follia che colpisce anziani affetti da demenza senile oppure da insormontabili difficoltà motorie. Ecco, è questa la fotografia di cosa accade oltre la cortina delle mura domestiche dove eroi silenziosi offrono le loro vite in cambio di un sorriso o della piccola ma preziosa soddisfazione di vedere il proprio caro cibarsi, alimentarsi; magari proferire una parola comprensibile di normalità. Persone, soprattutto donne, che vivono però lo stress della solitudine e dell’isolamento. Relegate alla necessaria determinazione dell’agire spesso senza l’esperienza del passato ma che viceversa si acquisisce giorno dopo giorno facendo tesoro del risultato acquisito il giorno prima. La cura e l’igiene personale oppure semplicemente l’esercizio della memoria che non c’è più attraverso la sollecitazione del ricordo. Ecco cosa fanno; soli e costretti a sperimentare.
Il baricentro delle famiglie italiane
Si, perché non esiste un manuale d’uso; non esiste un tutorial dal quale attingere le risposte alle mille domande che ogni giorno sorgono e si amplificano. Percorsi che spesso durano anni infiniti e che cambiano per sempre le esistenze stesse di questi eroi silenziosi. E’ cambiata troppo e velocemente la società in cui viviamo. Il baricentro della famiglia che per secoli ruotava sull’esperienza degli anziani, punto di riferimento assoluto, si è trasformato in un incombenza insostenibile, costretti a correre per restare a galla. Sorgono quindi come i funghi le case di riposo per anziani, le strutture socio-sanitarie dove “depositare” i nostri anziani e congiunti poco fortunati. Questa è la norma, la regola dell’oggi. Poi le eccezioni. La scelta di curare in casa i propri cari bisognosi di assistenza. Una scelta consapevole ma di grande sacrificio. Ecco perché sono eroi; eroi soli e silenziosi di cui nessuno parla e dei quali pochi si accorgono. Ci sono però, per fortuna. Ci sono e sono in mezzo a noi.