Conte candidato a Roma, è bufera. Calenda lo sfida, Renzi lo stronca: “Non lo voteremo”

6 Dic 2021 11:24 - di Lucio Meo
Su Giuseppe Conte, candidato dal Pd nel collegio lasciato libero da Gualtieri, si scagliano Carlo Calenda e Matteo Renzi, all'unisono

L’indiscrezione di Repubblica era vera, visto che la reazione di Matteo Renzi è stata drastica. Il “povero” Giuseppe Conte, povero in quanto sempre nel mirino del fuoco incrociati, tra grillini delusi, Grillo e Di Maio che lo perseguitano, renziani che lo sfottono, stava per stappare la bottiglia di spumante per festeggiare la candidatura nel seggio lasciato vacante da Roberto Gualtieri, diventato sindaco di Roma, quando la furia di Matteo Renzi e l’ironia di Carlo Calenda si sono abbattute su di lui.

Conte candidato, nella morsa di Calenda e Renzi

il primo a reagire, ieri, è stato Carlo Calenda che si è spinto fino al punto di non escludere di scendere in campo personalmente per contrastare Conte. “È incredibile – scrive su Twitter il leader di Azione sconfitto da Gualtieri nella corsa per il Campidoglio – il livello di sottomissione del Pd al Movimento Cinquestelle. Incredibile. Non esiste alcun Ulivo 2.0 ma semplicemente un patto di potere tra due classi dirigenti prive di coraggio, spinta ideale e coerenza. Contrasteremo questa scelta”.

E Matteo Renzi? Peggio che andar di notte: “Noi siamo orgogliosamente diversi dai sovranisti (Meloni e Salvini) e dai populisti (Conte e Taverna). Pertanto, chi vuole allearsi con Meloni o Conte faccia pure ma senza di noi. Per essere più chiari: se nel collegio Roma 1 il Pd mette in campo una candidatura riformista, noi ci siamo. Se il Pd candida Conte, la candidatura riformista noi la troveremo in ogni caso ma non sarà Giuseppe Conte”, ha scritto il leader di Iv, Matteo Renzi, sulla sua E news.

“Perché il Pd può fare quello che crede, ma regalare il seggio sicuro (a quel punto forse non più sicuro?) al premier del sovranismo, all’uomo che ha firmato i Decreti Salvini, all’avvocato che non vedeva differenza tra giustizialismo e garantismo significherebbe subalternità totale. È un seggio parlamentare, non è un banco a rotelle! Se davvero sarà Conte il candidato del Pd, ci attende una bellissima campagna elettorale nel collegio di Roma Centro”, conclude Renzi.

La candidatura del leader grillino nel seggio di Gualtieri

Conte aspira a prendere il posto in Parlamento dell’ex ministro dell’Economia Gualtieri che era stato eletto deputato alle elezioni suppletive nel collegio uninominale Roma Centro, tornato al voto per le dimissioni di Paolo Gentiloni nominato commissario Ue. Con le dimissioni di Gualtieri quel collegio tornerà nuovamente al voto. Con un esito scontato, visto che da anni il centrosinistra lo utilizza per far eleggere i suoi candidati “blindati”. Lo scorso ottobre, nei giorni del ballottaggio, Conte si era schierato con Gualtieri pubblicamente. “Da romano ho a cuore il bene della Capitale. Tra Gualtieri e Michetti, conosco Gualtieri è stato ministro nel mio governo, Michetti non mi dà alcuna affidabilità. Andrò a votare per Gualtieri, non sto dicendo che il M5s deve andare a farlo, gli elettori non sono pacchi postali”, aveva spiegato l’ex premier.

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