Caso Maresca? No, casino politico: il pm ha rispettato la legge. Spetta al Parlamento cambiarla

9 Dic 2021 14:02 - di Francesca De Ambra
Maresca

Hanno innescato una vera e propria valanga le parole pronunciate alla festa di Atreju dal ministro Cartabia su Catello Maresca, consigliere comunale a Napoli e magistrato a Campobasso. La stampa già ne parla come di un “caso”, forse perché Maresca si candidò contro la sinistra. In realtà, tale non è, dal momento che l’ex-pm antimafia (fu lui a far arrestare il boss Michele Zagaria, mente imprenditoriale dei Casalesi)  lo può fare. Lo ha riconosciuto  anche la Guardasigilli. Il problema, dunque, non è il rispetto della legge, che è fuori discussione, quanto l’opportunità di cambiarla. La qual cosa spetta al Parlamento, non certo a Maresca. Com’era tuttavia prevedibile, il Csm non ci sta a calarsi nei panni di semplice spettatore ed è piombato sulla materia, auspicando una stretta sul cosiddetto sistema delle porte girevoli.

I togati di MI: «Il Csm approvi una risoluzione»

Del resto, due giorni fa, era stato lo stesso Consiglio superiore della magistratura ad autorizzare, seppur a maggioranza risicatissima (11 contro 10), il ritorno alla toga di Maresca. «Siamo tenuti ad applicare la normativa vigente», spiegano oggi in una lettera ai colleghi i consiglieri togati Maria Tiziana Balduini, Paola Braggion, Antonio D’Amato e Loredana Miccichè. Tutti e quattro appartengono alla corrente di Magistratura Indipendente. Hanno votato favorevolmente alla ricollocazione di Maresca e in una lettera ai colleghi annunciano di aver  chiesto «al Comitato di Presidenza del Csm che venga discussa e adottata presso la Sesta commissione una Risoluzione sul tema dei rapporti tra politica e magistratura».

Maresca è consigliere comunale a Napoli e toga a Campobasso

Parla anche David Ermini. Intervistato da Repubblica, il vicepresidente Csm ricorda che quello di Maresca «non è certo il primo caso». Ma ammette che l’ attuale sistema a “porte girevoli” «presenta evidenti anomalie e rischia di opacizzare l’immagine della magistratura». Spetta, insomma, al legislatore – conclude Ermini – «intervenire sia a livello nazionale che locale». Sotto l’aspetto politico, merita invece menzione il polemico tweet dell’azzurro Elio Vito. «Anche Cartabia dice che non si può andare avanti così – vi si legge – . Occorre separare magistratura e politica. E Forza Italia che dice, una volta faceva queste battaglie? Niente, ha voluto candidare Maresca».

 

 

 

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