Svolta nel delitto di Nada Cella: una criminologa dilettante dopo 25 anni ha (forse) risolto il caso
Ci sarebbe una clamorosa svolta nell’omicidio di Nada Cella, la giovane segretaria trovata morta a Chiavari nel 1996 nello studio dove lavorava. La procura di Genova ha infatti indagato per omicidio una donna, Annalucia Cecere, 53 anni di Boves, in provincia di Cuneo.
In questo cold case, riaperto grazie alle nuove tecnologie messe a disposizione delle autorità, risultano indagati anche l’ex datore di lavoro della vittima, il commercialista Marco Soracco, e l’anziana madre Teresa Bucchioni, per false dichiarazioni al pubblico ministero.
I tre hanno ricevuto l’avviso di garanzia visto che oggi verrà dato incarico al genetista Emiliano Giardina di eseguire esami sui reperti di Dna trovati sulla scena del delitto. Altri esami saranno eseguiti dalla scientifica. A fare riaprire il caso è stata la tenacia di Antonella Pesce Delfino, doppia laurea in veterinaria e psicologia, che si era appassionata al caso seguendo un master in criminologia.
Il caso Nada Cella associato a quello di Simonetta Cesaroni
L’esperta, insieme all’avvocato della famiglia di Nada, Sabrina Franzone, ha riesaminato il fascicolo raccogliendo spunti investigativi che erano stati sottovalutati all’epoca. Secondo gli investigatori della squadra mobile, coordinati dal procuratore capo facente funzioni Francesco Pinto e dal sostituto Gabriella Dotto, la donna era invaghita di Soracco ma lui era innamorato della sua segretaria. L’uomo, quella mattina, potrebbe avere visto la presunta assassina uscire dall’ufficio ma l’avrebbe coperta in tutti questi anni.
Nada Cella aveva 25 anni e venne uccisa la mattina del 6 maggio del 1996 in un appartamento di via Marsala a Chiavari, dove aveva lo studio il commercialista Marco Soracco che venne indagato e poi prosciolto. La giovane donna venne colpita alla testa con un oggetto pesante che non è stato mai ritrovato. La giovane segretaria presenta ferite multiple sul corpo, il collo spezzato e il cranio sfondato. I giornali dell’epoca trovarono molte analogie con il delitto di Simonetta Cesaroni.
L’indagata è un’ex insegnante “destituita dal servizio”
Il nome di Annalucia Cecere aveva già fatto capolino nell’inchiesta. Subito dopo il delitto, il suo nome spunta sui giornali come indagata. Quando la notizia emerge sulla stampa, la Cecere si rivolge ai carabinieri: «La faccio finita se qualcuno non smentisce». La sua posizione viene archiviata ed è addirittura il procuratore capo Giobatta Copello a spiegare che gli accertamenti sul suo conto, hanno dato esito negativo. Ogni volta che Cecere viene tirata in ballo, lei nega sempre. «Non ho niente a che fare con l’omicidio di Nada Cella».
Dopo il delitto la donna arriva a Cuneo, si sposa e diventa insegnante. Una carriera tumultuosa, tanto che nei suoi confronti gli organi scolastici avviano un provvedimento disciplinare». È il 3 febbraio 2017 quando Cecere viene «destituita dal servizio». La Stampa riferisce di una lite accesa con il preside. Anche questi elementi, banali e distanti, alla luce di questo sospettono assumono un’altra connotazione.