Regioni in pressing sul “modello Austria”. Ma Draghi tira dritto: per ora nessun blocco ai No vax
Le Regioni in pressing sul governo più che mai dopo il balzo dei contagi registrato ieri. Che ci ha portato ai livelli di allerta che non si vedevano più da maggio scorso. Palazzo Chigi tiene botta, con il premier Draghi che tira silenziosamente dritto. Provando a contenere l’onda d’urto di preoccupazioni e sollecitazioni che arrivano soprattutto da Friuli, Veneto e Liguria, monitorate speciali. In questo quadro, un retroscena pubblicato oggi da La Stampa ricostruisce i contorni di una spaccatura all’interno dell’esecutivo: con le Regioni che insistono a chiedere che eventuali lockdown siano solo per i No Vax. E con il ministro Speranza e il segretario del Pd Enrico Letta d’accordo. Che rompono le righe e si allineano ai governatori, mentre Draghi rinvia la stretta.
“Modello Austria”, stop di Draghi alle Regioni in pressing
Tutto è rinviato all’appuntamento in agenda per questa mattina. Il presidente Massimiliano Fedriga ha convocato la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome. All’ordine del giorno i temi che saranno affrontati dalla Conferenza Unificata e dalla Conferenza Stato-Regioni che il ministro Mariastella Gelmini ha convocato (con modalità di videoconferenza) rispettivamente alle 15.15 e alle 15.30 di questo pomeriggio. E che per La Stampa respingerà la richiesta. L’argomento in discussione è quello che domina la scena di questi giorni: un Green pass “rafforzato” con nuove restrizioni solo per i non vaccinati in caso di cambio di colore. È quello che chiedono sempre più insistentemente le Regioni mentre l’Italia sfonda quota 10.000 contagi Covid. E torna indietro all’8 maggio: giorno dell’ultimo bollettino con altrettanti nuovi positivi in 24 ore.
Le Regioni insistono sul lockdown per No vax
Si guarda in particolare al Green Pass 2G. Ovvero il rilascio del certificato verde – che ancora una volta fa riferimento all’esempio di Austria e Germania – solo per vaccinati (geimpft) o guariti (genesen), escludendo il tampone negativo. La soluzione 2G in Italia si inserirebbe nelle discussioni sulle regole da adottare in caso di eventuali passaggi di regioni in zona arancione o zona rossa. Eppure, scrive La Stampa nel suo servizio, «nell’ordine del giorno del Consiglio di oggi sul Covid non è previsto nulla». Nonostante i due governatori leghisti (il presidente della conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga e il veneto Luca Zaia), il ligure Giovanni Toti, il campano Vincenzo De Luca, esortino Draghi a restrizioni e misure urgenti. Che non arrivano a chiamare «modello austriaco», ma che in realtà si ispirano molto da vicino al protocollo di Vienna. Ossia, dove necessario applicare il sistema del semaforo a colori (giallo, arancione e rosso), con gli stop del caso riferiti ai non vaccinati.
Speranza e Letta coi governatori, ma Draghi tira dritto
Uno schema procedurale, quello invocato dalla Regioni, su cui concorderebbero – come anticipato in apertura – il ministro Speranza e il segretario Pd Letta. Ma su cui il governo non si allinea, non ritenendo necessario ricorrere al modello austriaco. E imporre il lockdown ai soli No vax. Perché, come riferisce La Stampa nel suo retroscena: «Nei fatti Draghi oggi è assestato sulla linea prudente di Matteo Salvini e Giorgia Meloni, e ci rimarrà finché non valuterà necessario fare diversamente».
Tra rischio economico e pericolo epidemiologico
E, soprattutto, finché resterà convinto del fatto che il rischio per la ripresa dell’economia sia molto più incisivo e grave di quello epidemiologico. Cosa che non esclude comunque, aggiunge il quotidiano di Torino, che «un decreto con un pacchetto di misure la prossima settimana ci sarà quasi certamente: introdurrà l’obbligo della terza dose per il personale sanitario, così come la riduzione nella durata del passaporto vaccinale, fin qui valido un anno. Il sistema dei colori potrebbe essere ritoccato, ma – finché non necessario – eviterà la discriminazione fra vaccinati e non».