Milano, Sala non si smentisce e stanzia quasi tre milioni di euro per i rom. Ecco i flop della sinistra

3 Nov 2021 11:17 - di Giorgia Castelli
Milano

Beppe Sala non si smentisce. Da poco è nuovamente alla guida di Milano e tra le prime delibere ce n’è una che ricalca le politiche attuate nei cinque anni precedenti di amministrazione. Si tratta di un provvedimento che stanzia quasi tre milioni di euro, per l’esattezza due milioni e 850mila euro. Una somma consistente che sarà spesa «per la coprogettazione  e realizzazione di percorsi di accoglienza e inclusione nella legalità nel periodo tra gennaio 2022 e dicembre  2023», spiega in una nota il Comune guidato da Sala.

Milano, la nuova delibera di Beppe Sala

Come riporta Libero, i progetti che verranno finanziati con il nuovo provvedimento serviranno ad aiutare i rom a trovare casa e lavoro. Ecco come. «Tramite un avviso pubblico», prosegue la nota di Palazzo Marino, «saranno selezionati i soggetti del Terzo settore chiamati a costruire una rete integrata di prestazioni sul territorio, nel solco di quanto già fatto negli scorsi anni dall’Amministrazione comunale». E dunque, scrive il quotidiano,  verranno attivate équipe multidisciplinari di educatori, assistenti sociali, consulenti legali e altri operatori sociali, «con l’obiettivo di porre in essere percorsi condivisi e partecipati per l’accesso alla scuola, alla casa, al lavoro e alla salute». Insieme al «supporto» e «all’assistenza», i tre milioni di euro serviranno a «realizzare un percorso di sensibilizzazione contro la discriminazione etnica e l’antiziganismo».

Milano, i flop del passato della sinistra

Un tentativo fatto già in passato ma che si è risolto in un clamoroso fallimento. «È incredibile come alla sinistra non bastino mai i propri fallimenti», osserva Silvia Sardone, europarlamentare e consigliere comunale della Lega. «Negli ultimi dieci anni hanno stanziato vagonate di milioni destinati all’inclusione di immigrati e rom senza ottenere nessun risultato e ora insistono con altri 2.85 milioni non solo per le famiglie povere di Milano ma anche per combattere le discriminazioni etniche e l’antiziganismo. Sbagliare è umano ma perseverare è diabolico».

I fallimenti della sinistra, ecco gli esempi

La Sardone cita «alcuni esempi che denotano i fallimenti del Pd quando si parla di integrazione: il Cat di via Sacile chiuso dopo aver buttato via 2 milioni di euro per chiudere meno della metà dei percorsi di inclusione avviati; il Caa di via Novara per cui è stato speso più di un milione di euro in tre anni (2018-2020) per trovare casa solo a 95 persone su 341; I Caa di via Marotta e via Brambilla dove dal 2016 solo 47 hanno trovato casa (il 30%) e appena 32 hanno trovato lavoro (21%). Potrei andare avanti all’infinito ma mi fermo qui».

Progetti fallimentari

«Consiglio alla sinistra – conclude Silvia Sardone – di evitare di sperperare risorse per progetti fallimentari già sul nascere e di preoccuparsi di più delle vere fragilità con misure concrete, studiate e mirate, senza che a pagare il prezzo maggiore siano come al solito gli italiani, ormai vittime del razzismo targato Pd. I fondi contro le discriminazioni dovrebbero essere stanziati proprio per proteggere i nostri concittadini».

De Corato: «Sperperano due milioni e 850mila euro»

Scende in campo anche Riccardo De Corato, assessore regionale alla Sicurezza: «Milano è circondata da campi nomadi regolari e non, veri e propri fortini dell’illegalità come dimostrano le numerose vicende di cronaca. Persino le forze dell’ordine, all’interno di queste aree, hanno difficoltà ad intervenire. Ma per l’assessore comunale al welfare Bertolè la soluzione è semplice: sperperare due milioni e 850mila euro in nome di un’integrazione che, come dimostrano i fatti, non interessa a chi vive nell’illegalità e porta avanti i suoi loschi affari all’interno di questi campi». E poi ancora:  «Coloro che vivono in queste aree da decenni non sono di certo più definibili nomadi, ma stanziali. E devono avere i doveri di tutti gli altri cittadini. Invece non solo molti di loro non pagano l’affitto delle case che il Comune gli ha messo a disposizione come succede in via Bonfadini e via Negrotto, ma continuano a vivere nell’illegalità».

 

 

 

 

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