Migranti, Roccella Jonica alla disperazione: 5000 da noi senza soldi né hotspot. Lamorgese ci risponda

29 Nov 2021 17:49 - di Martino Della Costa
migranti

Emergenza sbarchi, non solo Sicilia. Gli ultimi migranti arrivati a Roccella Jonica sono i 240 sbarcati ieri. Che erano a bordo di un’imbarcazione che la Guardia Costiera ha soccorso a est della Calabria. È la stessa Alarm Phone a riferirlo, postando sul web: «Siamo sollevati che le 240 persone che erano in mare da diversi giorni siano state finalmente salvate e portate in Italia».  Per la precisione: 160 sono state trasferite al porto di Crotone a bordo di un pattugliatore. Mentre gli altri 80 sono stati trasportati a Roccella Jonica. Dove il sindaco della città, Vittorio Zito, parlando degli sbarchi di immigrati sulle coste calabresi, che settimana dopo settimana si registrano ormai da mesi, non ha avuto remore nell’ammettere: siamo allo stremo. Il governo ci aiuti. Il ministero ci risponda.

Migranti, Roccella Jonica è allo stremo: finora sono 5000 gli arrivi

E un disperato grido di allarme. Un appello drammatico, quello che il sindaco di Roccella Jonica rivolge al governo, per chiedere un intervento concreto. La gestione dei flussi è fuori controllo. L’emergenza la quotidianità di una cittadina che lo stesso amministratore definisce «allo stremo». «La situazione è preoccupante, sono circa 5000 i migranti sbarcati sulle nostre coste nel 2021, ma ormai ho smesso di contarli. C’è in media uno sbarco ogni tre giorni. Anche adesso che le condizioni del meteo sono peggiorate. La situazione è relativamente tranquilla nella tensostruttura della Croce Rossa, nel senso che, smistamento dopo smistamento, al momento ci sono circa 115 migranti. Ma parliamo di una struttura assolutamente non in grado di gestire questi sbarchi settimanali».

Il grido di disperazione del sindaco della città: non abbiamo un hotspot

E ancora, nello sfogo affidato all’Adnkronos, il sindaco Zito prosegue sottolineando carenze strutturali e assenza istituzionale a fronte di una realtà complessa che è sempre più difficile contenere e affrontare. «Noi non abbiamo una struttura ministeriale che gestisca il primo soccorso – spiega il primo cittadino –. Non c’è un hotspot. E così la prima accoglienza, da un punto di vista organizzativo, è tutta sulle spalle del Comune e dei volontari. Per le prime 48/72 ore è tutto sulle nostre spalle. Poi si riesce a smistare gli arrivi. Ma anche quando riusciamo a svuotare la struttura, in 48 ore viene di nuovo riempita. Ed è dal luglio scorso che va avanti così, e questo ci porta allo stremo delle forze».

Migranti a Roccella Jonica, un flusso inarrestabile: l’appello a governo e Viminale

Non solo. «Ci siamo rivolti al ministero – sottolinea il Primo cittadino all’Adnkronos – che si è impegnato a fare una serie di cose: fra cui la ristrutturazione di un immobile dove prima collocavamo i migranti ma che ora è stato dichiarato inagibile. Abbiamo chiesto al ministero di considerare questo immobile come una sorta di hotspot a spese del ministero stesso, a cui affidare tutte le procedure e che abbia sia la capacità tecnica che finanziaria. Ma per ora siamo noi a dover gestire gli arrivi. Solo che un comune di 6000 abitanti come il nostro non può avere le strutture necessarie per gestire questi numeri. Inoltre, il Covid complica le cose, nel senso che c’è un passaggio in più: i positivi vanno isolati nelle tende. E poi successivamente smistati».

Il Comune lasciato solo: «Non abbiamo gli hot spot e il Ministero ci dice che non può intervenire»

«Al governo – prosegue Zito – in maniera urgente chiediamo, e stiamo chiedendo da tempo, che ci sia un “approccio speciale” alla questione Roccella Jonica. Che è l’unico comune in Italia chiamato ad occuparsi di questo fenomeno. Quando si parla di Lampedusa o di Pozzallo, infatti, si parla di zone di sbarco dove ci sono le strutture ministeriali, vale a dire gli hotspot che vengono individuati per legge. E visto che da noi gli hotspot non sono stati individuati, allora il ministero ci dice che non può intervenire. Allo stesso tempo la Protezione civile nazionale non interviene perché non c’è un’emergenza dichiarata, e quindi non ha gli strumenti per intervenire. In questa situazione non può continuare ad essere solo il comune ad occuparsi degli sbarchi».

Migranti, «le spese ammontano a 500.000 euro: noi possiamo stanziarne 30.000»

«Le spese impegnate per quest’anno sono di 500.000 euro per un Comune di 6.000 abitanti – spiega nel dettaglio il primo cittadino –. È vero che c’è il rimborso, ma dopo un anno. E noi ovviamente non riusciamo a togliere 500.000 euro, ma massimo 30.000. Sono 20 anni che Roccella si occupa di questo problema. Sono costi impossibili da sostenere. E pensiamo poi alla gestione dei minori non accompagnati. Ne sono sbarcati circa 500 a Roccella. Vengono affidati al sindaco, ma in queste condizioni non è possibile operare».

Neanche il maltempo scoraggia scafisti e trafficanti di esseri umani

Inoltre, a tutto ciò si aggiunga anche neppure il maltempo scoraggia scafisti e trafficanti di esseri umani. «C’è sempre la speranza, poi, che col cattivo tempo gli sbarchi diminuiscano – conclude infatti il sindaco Zito –. Ma non sta accadendo, perché mentre prima arrivavano imbarcazioni con 80 persone, ora arrivano meno imbarcazioni ma con 300 persone a bordo. E questo complica tutto. Noi non siamo soli. La prefettura è sempre al nostro fianco. Ma il messaggio che vogliamo mandare al governo è che noi non abbiamo la capacità di inventarci strumenti adeguati» a fronte del flusso degli sbarchi. «E con quelli che abbiamo oggi a Roccella Jonica – conclude amaramente il sindaco – noi non ce la facciamo»…

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