Giustizia, Fratelli d’Italia presenta due proposte di legge: «I boss devono restare in carcere»

9 Nov 2021 12:14 - di Redazione

No allo smantellamento del carcere ostativo. “Che è uno dei principali obiettivi dei boss mafiosi. Era parte della trattativa Stato-mafia. Cosa sta accadendo adesso? Ci sono una serie di sentenze che di fatto stanno realizzando questo”. Così Giorgia Meloni introducendo l’incontro con la stampa sul pianeta giustizia che si è svolto nella sede di Fratelli d’Italia.

Meloni: no all’abbattimento del carcere ostativo

Su questo tema FdI ha presentato due diverse proposte di legge. “Una  di rango costituzionale a prima mia firma – spiega la Meloni –  una di rango ordinario”. Proposte già incardinate in commissione giustizia della Camera che non vanno avanti per le contraddizioni della maggioranza. L’obiettivo è quello di mantenere il 41 bis per i mafiosi. Per chi si è macchiato di reati gravissimi. “Un tema – ha sottolineato la Meloni – sul quale le forze politiche devono prendersi per mano  e dare un segnale di unità. Perché ne va della credibilità delle istituzioni”. Su questo la leader di FdI non fa sconti. “È un’indecenza che un mafioso possa essere scarcerato per aver avuto un buona condotta in carcere.

Il Parlamento deve fare fronte comune contro la mafia

Noi non vogliamo la primogenitura. Ma chiediamo che la proposta di legge di rango ordinario venga adottata come testo base entro maggio 2022. Altrimenti lo Stato italiano farebbe un doppio salto mortale all’indietro nella lotta contro la criminalità organizzata. A noi interessa che il Parlamento dia un segnale trasversale di presenza in questa lotta’

L’applicazione della pena è prioritaria

All’incontro con i giornalisti, insieme alla leader di Fratelli d’Italia, hanno partecipano il responsabile giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove, il capogruppo di FdI in commissione Giustizia della Camera, Carolina Varchi e il vicepresidente della commissione Giustizia del Senato, Alberto Balboni. Tutti hanno sottolineato che la funzione rieducativa della pena, prevista dall’articolo 27 della Costituzione, non è l’unico valore. Deve andare d’accordo con la difesa sociale e la prevenzione.  “Noi siamo per tutte le garanzie possibili durante il processo. Ma siamo per tutto il rigore possibile nell’applicazione della pena”.

 

 

 

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