Bufera su Report, una lettera anonima accusa: servizi fatti ad arte, mobbing e #metoo in redazione

25 Nov 2021 9:50 - di Lorenza Mariani
Report

Appena calmieratasi la bufera sulla puntata dei servizi No vax, su Report e il suo conduttore Sigfrido Ranucci si abbatte una nuova tempesta. Scatenata da una lettera anonima che denuncia un caso #metoo in redazione. Di più: la missiva, a quanto riporta Il Giornale nell’edizione odierna, segnerebbe in rosso accuse pesanti. Un vero elenco: servizi confezionati ad arte. Mobbing tra le scrivanie. Relazioni sessuali con colleghe. Un elenco che si trasforma, parola dopo parola. Denuncia dopo denuncia, in un j’accuse inquietante che punta l’indice sulla deontologia professionale del team di giornalisti di Raitre. E sconfessa il tempio dello scoop e del sensazionalismo votato al culto dell’inchiesta…

Bufera su Report: una lettera anonima denuncia mobbing e casi #metoo in redazione

Un paradigma della parabola discendente in cui versa Report in questa fase della sua messa in onda. Oltre che un vero paradosso. E uno scoop al contrario, in questo caso denunciato da Davide Faraone di Italia viva, che ha fatto esplodere la bomba in Commissione di Vigilanza Rai. Una bomba le cui deflagrazioni hanno colpito e preso alla sprovvista l’ad Carlo Fuortes. Il quale, tra stupore e sconcerto, a riguardo ha dichiarato: «È la prima volta che sento una cosa del genere. Evidentemente alla responsabile dell’Audit non è arrivato nulla perché lei sa che mi deve avvertire quando ci sono cose importanti. Cercheremo di capire di cosa si parla», ha chiosato (per il momento) il vertice di Viale Mazzini.

La bomba scoppia con Faraone (Iv). Fuortes sgomento: non ne sapevo nulla

Sulla stessa linea cautelativa si è espresso anche Andrea Ruggieri, deputato di Forza Italia e membro della commissione di Palazzo San Macuto. Il quale, sulla spinosa questione ha asserito: «Io agli atti non ho nessun tipo di denuncia formale o informale. Non si può dare credito a una lettera anonima. Ma se ci sono delle denunce bisogna indagare comunque». Concludendo con un interrogativo retorico che rimarca lo sconcerto del caso (ed eventualmente la necessità di una scomunica): «Cosa ha fatto o farà la Rai per chiarire se il conduttore di Report è vittima di una calunnia. O se ci sono donne vittime di prevaricazione?».

Report, la lettera denuncia: «Colleghe dileggiate. E non solo»…

Del resto, come riferisce il quotidiano da Minzolini sull’eventuale “misfatto”: «Nella missiva – che circolerebbe da mesi – si farebbe riferimento ad alcune colleghe che sarebbero state pesantemente dileggiate sul posto di lavoro. Il dossier sarebbe datato fine 2017 e poi sarebbe stato «allargato» ad altre vicende. Una prima versione sarebbe stata mandata via mail attraverso il servizio protonmail, che serve a proteggere l’identità del mittente. Le tre colleghe coinvolte, contattate dal Giornale, non commentano. Una serie di copie dattiloscritte a mano sarebbero state inviate per lettera sia ai vertici Rai sia al capo del personale». Vertici aziendali e esponenti politici si dividono, come spesso accade in questi casi, tra innocentisti e colpevolisti. Tra chi dà credito all’allarme e chi diffida della portata dello scandalo.

Ranucci nega tutto e parla di “fake news”. E spunta un denuncia del 5 agosto

Peraltro, una denuncia che Sigfrido Ranucci avrebbe presentato ai carabinieri il 5 agosto scorso mescolerebbe le carte sul tavolo. In quella circostanza, a detta del Giornale, «si chiamerebbe in causa l’allora direttore di rete Franco Di Mare, che avrebbe convocato Ranucci per discuterne». Ma allora perché Fuortes non sarebbe stato informato? Qualcuno ha buttato la polvere sotto il tappeto? La vicenda, al momento, sembra ferma alla denuncia e alla smentita di Ranucci che riduce tutto alle “bufale”. E Ruggeri, interpellato dal quotidiano milanese riporta la questione dove è ferma: ai blocchi di partenza. Dicendo: «A differenza di Report non amo né do credito a comunicazioni o interviste anonime. Ma delle due l’una: se Ranucci è vittima di calunnia, è doveroso tutelare un protagonista del servizio pubblico. Diversamente, la Rai non potrebbe tollerare atteggiamenti di bullismo professionale o sentimentale in seno a una redazione».

«Chi di Report ferisce»…

Il diretto interessato, Ranucci, nega tutto: parla di fake news e contrattacca. Annunciando azioni legali contro chiunque insista a dare credito al “report” incriminante. Così, mentre Michele Anzaldi del Pd si mostra scettico e sostiene di aver ricevuto la lettera ma che il suo contenuto lo avrebbe lasciato perplesso, la vexata quaestio passa nelle mani dell’Audit Rai. Un’altra gatta da pelare per viale Mazzini. Un altro colpo inferto ai numi tutelari dell’informazione targata Report. E la battuta viene facile: chi di “Report ferisce”…

 

 

 

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