Report viola la privacy di Alessandro Giuli. E l’Usigrai tace. Gasparri: “Porterò il caso in Vigilanza”

5 Nov 2020 16:51 - di Eugenio Battisti

Violata da Report la corrispondenza privata del giornalista Alessandro Giuli. Ma l’Usigrai non ha niente da dire. Anzi, trattandosi di un professionista libero e urticante, maldigerito dal mainstream, evita accuratamente qualsiasi nota di solidarietà.

Gasparri: “Porterò il caso Giuli in Vigilanza”

A lanciare la denuncia è Maurizio Gasparri membro della Vigilanza Rai. Che promette di portare il caso in commissione. “Non accetto intimidazioni da parte dell’Usigrai. Da parlamentare, da giornalista professionista, da cittadino, contesto l’uso di mezzi di informazione pubblici per denigrare persone utilizzando corrispondenza privata. Tratta da siti che svolgono un’attività chiaramente illegale. Di questa cosa parleremo in Vigilanza Rai”. Il senatore azzurro chiede che questa riunione si faccia presto in maniera esaustiva e “anche con ricadute inevitabili di natura penale”.

E ancora: “Se la Rai spalleggia un’attività che non è giornalistica ma è di intimidazione degli avversari, andrà incontro a gravi sanzioni. È inutile che i vertici della Rai piangano per i soldi che l’azienda rivendica. È giusto salvare il servizio pubblico. Ma – prosegue Gasparri – non certo per fare killeraggio illegale nei confronti di avversari politici. Come in alcuni casi sembra accada“. Il riferimento è chiaro: la divulgazione nel corso di Report, su Rai 3, della corrispondenza privata di Alessandro Giuli. “Che peraltro – chiarisce l’esponente di Forza Italia – non aveva alcuna attinenza con le inchieste giudiziarie di cui Report si occupava. E che  rappresenta una palese violazione delle norme di legge. Un vero e proprio attacco ingiustificato per colpire un giornalista libero. Che, come tale, meriterebbe la solidarietà dell’Usigrai. Che invece, ancora una volta, perde una buona occasione”.

Il giornalista annuncia querela contro Report

Il caso Giuli, che ha annunciato querela contro il conduttore di ReportSigfrido Ranucci, scoppia nel corso della puntata del  26 ottobre. Che ha tirato in ballo il giornalista e scrittore come autore di una parte del programma della Lega. Nel mirino di Report alcune vicende giudiziarie che coinvolgono persone vicine al Carroccio. E l’influenza che  l’avvocato Andrea Mascetti, amico di Giorgetti, avrebbe all’interno del partito di Salvini. La colpa di Giuli? Avere scritto insieme ad altri parte del programma leghista per le elezioni del 2018, poi supervisionato da Mascetti. Fatto grave, evidentemente,  secondo Rai 3. Che metterebbe a rischio la neutralità richiesta a un professionista dell’informazione.

“Il mio nome è apparso in quanto nel 2017 avevo inviato per email al senatore Siri una bozza del programma culturale della Lega”, spiega  Giuli. Il problema “è che mi sono ritrovato la mia posta elettronica privata spiattellata in prima serata su Rai 3. Quando non c’era alcuna ragione di mostrare. Qualcuno – incalza Giuli – è in possesso della mia posta elettronica. Mi sono chiesto cosa c’entrasse tutto ciò col diritto di cronaca. E mi chiedo ancora: ma chi gliel’ha data a quelli di Report la mia corrispondenza  privata e perché l’hanno resa pubblica? Peraltro decontestualizzata? In un modo così gratuito e obliquo. Per il momento non posso fare la denuncia, essendo costretto in casa dal virus, ma col mio avvocato mi riservo di esplorare ogni soluzione”. La bozza del programma, peraltro,  di lì a poco è stata oggetto di una conferenza stampa pubblica alla Camera dei deputati.

Ora il caso passa alla magistratura

La palla ora passa ai magistrati. Ma dove sta il ‘reato’ commesso dal giornalista e conduttore Rai? Nel 2017 Giuli era direttore del settimanale Tempi e proveniva dal Foglio”. Nessun’interferenza, dunque, con l’informazione pubblica. “Era nella mia piena facoltà scrivere cose di carattere culturale per la Lega. O per chiunque me lo avesse chiesto o me lo chiederà. Perché rivendico il diritto di esporre, gratuitamente, consigli di carattere culturale”.

 

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