Bibbiano, giovedì attesa la prima sentenza. I dieci minori tutti riaffidati alle famiglie d’origine
Si torna a parlare del caso di Bibbiano: giovedì è attesa la prima sentenza. Il gup Dario De Luca, come riporta La Stampa, si dovrà pronunciare sul caso dello psichiatra Claudio Foti, «titolare dello studio Hansel&Gretel accusato di frode processuale e di lesioni gravissime per i suoi metodi psicanalitici: “Perché alterava lo stato psicologico della minore X, sottoponendola a sedute serrate, attraverso modalità suggestive e suggerenti, con la voluta formulazione di domande sul tema dell’abuso sessuale e ingenerando in tal modo in capo alla minore il convincimento di essere stata sessualmente abusata dal padre”». Sempre giovedì il gup si dovrà esprimere anche sulle 22 richieste di rinvio a giudizio avanzate dalla procura.
Bibbiano, attesa la prima sentenza
Fra le 22 persone, scrive il quotidiano, per cui «il pm ha chiesto il rinvio giudizio c’è anche il sindaco di Bibbiano, Andrea Carletti, “il sindaco del Pd”». «Ho sempre scelto di non commentare l’inchiesta, tenendo un basso profilo. Questo è il mio stile e farò così fino alla sentenza», ha detto a La Stampa. Intanto, riporta ancora il quotidiano torinese, «tutti i minori sottratti alle famiglie da quel servizio sociale della Val d’Enza, tutte le vittime dei presunti abusi sessuali avvenuti nella zona di Bibbiano e finiti nelle carte dell’inchiesta, sono ritornati a casa dai genitori. Dieci vittime su dieci sono state restituite alle famiglie, con altre sentenze del Tribunale per i minorenni».
Bibbiano, chi è Claudio Foti
A metà ottobre a conclusione della sua requisitoria il pm Valentina Salvi ha chiesto per lo psicologo sei anni di carcere. Gli avvocati Andrea Coffari e Giuseppe Rossodivita, quest’ultimo avvocato anche del Partito Radicale, ritengono le accuse mosse contro di lui infondate. Come riporta il quotidiano torinese, i due legali hanno una relazione del professor Luigi Cancrini che inizia con queste parole: «Il dottor Foti ha dato seguito a quanto disposto dal Tribunale dei Minori di Bologna perseguendo l’unica ed esclusiva finalità di portare avanti un trattamento del trauma, ascoltare le problematiche della paziente, rispettando le sue emozioni e i suoi bisogni».
Lo psicologo cacciato da un ristorante
Lo psicologo intervistato da La Stampa racconta cosa è successo l’ultima volta che si è seduto al tavolo di un ristorante. «Ero con il mio avvocato a Reggio Emilia, la città del processo. Scendiamo nel ristorante dell’albergo per cena, ci sediamo e si avvicina il responsabile di sala: “Qui non diamo da mangiare al lupo di Bibbiano!”. Aveva espressioni del viso che esprimevano ripulsa nei miei confronti. Ne nasce una discussione, io me ne sarei andato. Ma il mio avvocato ha chiamato i carabinieri che hanno verbalizzato l’accaduto». «… Poi il direttore dell’hotel si è scusato, ma sto meditando se sporgere querela». Il giornalista gli chiede: “Si sente un mostro?” «Mi sento un uomo distrutto, un professionista finito. Il 95% del mio lavoro è sparito. Mi hanno fatto diventare il capo di una cupola che gestiva affidamenti. Prima mi cercavano, ora sono spariti tutti: giustamente nessuno vuole un convegno con il lupo di Bibbiano. La mia credibilità professionale, se non verrò assolto, è irreversibilmente danneggiata dal processo mediatico».