Bibbiano, al via l’udienza chiave. Il dramma delle famiglie: «Così portavano via i nostri figli»

11 Nov 2021 14:57 - di Redazione
Bibbiano

Udienza chiave al Tribunale di Reggio Emilia, del processo, in fase di udienza preliminare, sui presunti affidi illeciti a Bibbiano. L’indagato principale, lo psicoterapeuta Claudio Foti fondatore del centro Hansel e Gretel, è arrivato in tribunale insieme al suo avvocato Giuseppe Rossodivita. «Voglio solo andare in aula», dice ai giornalisti che gli chiedevano un commento sulla pena a sei anni che ha chiesto per lui il giudice.

Bibbiano, il drammatico il racconto di un papà

Un papà, entrato nella seconda fase dell’inchiesta “Angeli e demoni”, racconta  all’Adnkronos la sua drammatica vicenda. «Mi hanno portato via i miei due bambini più piccoli, che all’epoca avevano 3 anni e mezzo e 5 anni e mezzo, il 18 giugno 2018. Quel giorno mi convocarono presso la sede dei servizi sociali dove Federica Anghinolfi, ex responsabile dei servizi sociali della Val d’Enza (oggi tra gli imputati in aula per il processo sui presunti affidi illeciti del “sistema Bibbiano”, ndr) mi comunicò che da quel giorno non avrei potuto vedere i miei figli se non in forma protetta un’ora ogni venti giorni».

«A quell’epoca ero separato»

Poi continua il suo racconto con l’Adnkronos. «Rimasi basito da quell’affermazione – ricorda – mancando il contesto socio-economico disagiato, anzi tutt’altro, non essendoci violenza su minore, denuncia o maltrattamento. A quell’epoca ero separato, mia moglie si è accompagnata con una donna. La Anghinolfi, che era responsabile dei servizi sociali e anche del movimento Lgbt, pensò bene di accusarmi di omofobia e di togliermi i figli perché, mi disse, dovevo adeguarmi ad accettare le relazioni di genere. I miei due bambini li collocarono così presso la mia ex moglie e la sua compagna, mentre il più grande 13enne è sempre rimasto con me, evidentemente meno propenso per l’età al plagio e alla manipolazione».

«I bambini sono stati traumatizzati»

E, al tribunale di Reggio Emilia in attesa della sentenza, dice: «Il 18 giugno 2019, precisamente un anno più tardi, c’è stata l’udienza di divorzio e la palla è passata al tribunale ordinario dove fortunatamente ho avuto la possibilità di avere un contraddittorio. Il magistrato mi ha voluto credere, il 27 giugno ci sono stati gli arresti e i miei figli sono tornati a casa».

«I bambini sono stati molto traumatizzati, al piccolo di 5 anni e mezzo hanno attaccato la famosa “macchina dei ricordi” – ricorda il papà – gli davano la scossa per fargli dire cose non vere, quando diceva che voleva tornare a casa dal papà gli rispondevano che non li volevo, che preferivo il più grande rimasto con me, che la nonna non voleva né lui né il fratello. Il risultato è che mio figlio ha ancora ricominciato a farsela addosso. La sentenza di oggi magari ci darà giustizia, ma i traumi che questi bambini si portano addosso sono da valutare».

Bibbiano, parla l’avvocato di parte civile

Dal canto suo, l’avvocato Gianluca Tirelli, legale di una delle parti civili afferma: «Sono stati mesi di angoscia perché il padre si è trovato dalla sera alla mattina senza il figlio e la moglie. Senza mai avere avvisaglie e senza capire nemmeno dove fossero. Ora sono mesi di legittima aspettativa. È normale che queste famiglie vogliano giustizia, gli hanno tolto un figlio senza motivo, ora vogliono sapere perché e le conseguenze che arrivano dalle responsabilità». E poi ancora: «Siamo in attesa di una sentenza che potrebbe dare risposte quanto meno parziali su quelli che saranno gli sviluppi di una vicenda dolorosa. Ho fiducia – conclude – che gli imputati andranno a processo».

Il legale di Foti: «Le accuse? Una montatura»

«Aspettiamo la sentenza», afferma l’avvocato Andrea Girolamo Coffari, difensore di Foti. «Ho fiducia, la giustizia deve riconoscere la totale innocenza di Foti e la sua grande qualità come professionista che ha difeso sempre donne e bambini con correttezza e onore. Le accuse? Una montatura, pazienza, Foti ha dovuto subire un processo ingiustamente».

E poi ancora. «È una follia totale, il metodo suggestivo è la psicoterapia del trauma – spiega ancora il legale – quando ci sono dei bambini che hanno subito dei traumi, tutta la letteratura scientifica legittima lo psicoterapeuta a introdurre i temi del trauma. Un minore fa fatica a parlare di ricordi dolorosi e lo psicoterapeuta, da sempre in tutto il mondo, introduce il tema del trauma. In questo modo non commette reato. Sennò si dovrebbero mettere in galera tutti gli psicoterapeuti. È una follia». E conclude, prima di entrare in aula: «Penso che oggi ci sarà la totale assoluzione, se non oggi sarà sicuramente in appello».

 

 

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