Oklahoma, la terribile agonia di un condannato a morte: convulsioni e vomito durante l’esecuzione

30 Ott 2021 18:46 - di Redazione

Terribile agonia di un condannato a morte in Oklahoma. John Grant, un afroamericano di 60 anni, ha avuto ripetute convulsioni e ha vomitato più volte dopo la prima delle tre iniezioni del cocktail letale, racconta la Cnn. Lo staff medico è entrato più volte nella sala dell’esecuzione, per asciugare il volto del condannato, dichiarato incosciente alle 16.15, un quarto d’ora dopo l’inizio della procedura. A questo punto sono state somministrate le altre due sostanze e il condannato è stato dichiarato morto alle 16.21. Grant era stato condannato a morte nel 2000 per aver ucciso nel 1998 un dipendente di una caffetteria del carcere in cui si trovava per aver commesso alcune rapine.

L’agonia di un condannato a morte in Oklahoma

Come riporta l’Agi.it, John Grant «ha iniziato a tremare poco dopo la prima iniezione», ha detto il reporter dell’AP Sean Murphy, che ha assistito alla scena. Ha avuto circa venti convulsioni e ha vomitato diverse volte prima di svenire. «Ho visto 14 esecuzioni, non ho mai visto niente del genere», ha detto. L’atroce fine di Grant è destinata a riaprire le polemiche sulle condanne a morte con le iniezioni letali, e in particolare con il Midazolam, un farmaco sedativo.

Le esecuzioni erano state sospese nel 2015

Le esecuzioni erano state sospese in Oklahoma nel 2015, dopo che l’anno prima un condannato, invece di perdere conoscenza, aveva cominciato ad avere le convulsioni subito dopo l’iniezione con questo farmaco. La procedura era stata fermata, ma l’uomo era morto d’infarto un’ora dopo. Fino al 2010, molti stati americani usavano il tiopental sodico, ma poi l’unico produttore americano ha smesso di fabbricarlo e le case farmaceutiche europee hanno rifiutato di venderlo per le esecuzioni. Ma su richiesta delle autorità statali la Corte Suprema degli Stati Uniti ha deciso di porre fine alla moratoria.

La denuncia dei legali

I familiari hanno assistito alla scena insieme a un gruppo di giornalisti e ai legali del condannato. Questi ultimi denunciano come Grant, che aveva ammesso i suoi crimini e si era pentito e ravveduto, non abbia mai ricevuto in questi anni l’assistenza psicologica e le cure mentali di cui avrebbe avuto bisogno.

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