Lucano, la sinistra fuori di testa: “I giudici potevano aspettare”. Carofiglio faccia di bronzo (video)

1 Ott 2021 9:56 - di Gabriele Alberti
Lucano sinistra

La sinistra si schiera con Mimmo Lucano. Le sentenze si accettano solo se colpiscono il centrodestra. Si criticano se colpiscono a sinistra. “Intollerabile”. “Bizzarro”. “Tempismo sospetto”.  Sono i termini emersi nella puntata del 30 settembre di Otto e mezzo da Lilli Gruber. La condanna del  modello-Riace con 13 anni e 2 mesi di carcere in primo grado per l’ex sindaco, innesca subito la doppia morale. Le condanne di Salvini e Morisi, ad indagini ancora in corso, bastano a distruggere un mondo. Lo stesso non vale sul versante politico opposto. La condanna pesantissima piovuta su Mimmo Lucano fa dire esattamente il contrario a tutti. Non solo agli ospiti della Gruber. Subito, a sentenza ancora “calda” si erano levate le litanie di Letta, Boldrini, Saviano, De Magistris e tutta  la sinistra che. Su La7  tra gli ospiti chiamati a commentare c’è Gianrico Carofiglio, lo scrittore ex magistrato,  firma di Repubblica. Il quale, incredibilmente  punta il dito contro i magistrati per il tempismo sospetto con il quale è uscita la sentenza.

Caso Lucano, Carofiglio: “Non lo avrei fatto a due giorni dalle elezioni”

La raffigurazione plastica della doppia morale della sinistra in fatto di giustizia. “Oggi è una giornata bizzarra – afferma-  perché non c’entra moltissimo la criminalizzazione dell’aiuto e della solidarietà ovviamente. Questo non significa che la sentenza non si possa criticare: questo non significa che la sentenza non lasci stupefatti”. E poi la faccia di bronzo: “Anche perché se avessi dovuto decidere io quando uscire con questa sentenza magari non lo avrei fatto due giorni prima delle elezioni regionali. Questo è un aspetto discutibile: non ci vuole nulla a fare un rinvio a tra un mese per decidere al di fuori del calore della battaglia politica”, spiega lo scrittore. La faccia di bronzo non ha limiti. Sommessamente facciamo notare che anche la vicenda Morisi è frutto di un’inchiesta nata a metà agosto; venuta fuori in tutte le sue ricadute politiche a pochi giorni dalle Amministrative. Carofiglio e la sinistra non si sono stracciati le vesti per questo. Anzi ci stanno andando goù pesanti.

Condanna a Lucano, la Gruber azzarda: “E’ una vendetta di Salvini?”

Carofiglio dà poi la sua personale “assoluzione” all’ex sindaco di Riace: “Ciò detto, io credo che Lucano avesse le migliori intenzioni in ogni ambito. Io sono stato e per molti aspetti rimango un ammiratore di quel modello. Ma -ammette- le migliori intenzioni non forniscono un’esenzione dal rispetto delle norme penali”, conclude Carofiglio. Insomma, cadiamo dalla sedia a sentire parlare di tempismo giudiziario sospetto dalla sinistra. Non contento, il parterre della Gruber si mette a commentare un tweet si Salvini: “Altro che dare la caccia agli omosessuali nella Lega; la sinistra in Calabria candida condannati a 13 anni di carcere”. Un assist per  Lilli Gruber, che esclama. “Per Salvini sembra quasi essere una specie di rivincita dopo il caso di Luca Morisi”. “E’ una vendetta?”, ha dichiarato la conduttrice di La7, che ha poi dato la parola a Massimo Giannini.

Licano, la sinistra in tilt. Giannini: “Intollerabile”

Il direttore della Stampa appariva anch’egli molto provato dalla condanna pesante di Lucano: “Io questo lo trovo intollerabile. In certi certi però, forse, anche i giudici potrebbero prendersi più tempo per evitare che le loro decisioni irrompano in una campagna elettorale già intossicata”. Incredibile. Fa il verso a Carofiglio. “Tra l’altro Lucano è anche candidato in Calabria: però allo stesso tempo se noi ragioniamo in senso di giustizia a orologeria, allora i magistrati e i giudici dovrebbero smettere di lavorare”. Poi Giannini ha ricordato il “linciaggio mediatico e politico subito da Lucano in questi anni” e come “la politica usi a proprio uso e consumo le sentenze, questo è insopportabile”. Gongolavano fino a ieri, piangono oggi.

Le sentenze come una clava, ma solo contro il centrodestra

Due pesi  e sue misure, con una piroetta spericolata da un giorno all’altro. Il linciaggio dei nemici politici va bene; e il tempismo giudiziario diventa un particolare secondario. Per cui in questo strano tribunale allestito dalla Gruber a salire dal banco degli imputati è sempre e comunque  Salvini: “Le sentenze non si possono usare come clava contro un avversario, a destra si fa un uso spregiudicato e scandaloso di certe vicende giudiziarie”. Francesco Specchia ha dato ragione a Giannini, ma con una precisazione: “Vale lo stesso anche per Silvio Berlusconi e gli altri, la giustizia non deve essere utilizzata”. Ma da quest’orecchio con la sinistra è una battaglia persa.

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